Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Non sono assolutamente cattivo con il film. Ha dei meriti, e forse solo chi sa spingersi oltre sa apprezzarli. Se ci fermassimo solo alla confezione (che non è poi affatto male), potremmo sì dire che è un po' un film inutile, che gli attori sono bolliti. Invece è tutt'altro. Credo che di psycho-thriller se ne sia persa la traccia dopo "Seven", anche se qualche film decente c'è stato, vedi "Blink" o "In Dreams", anche se lontani anni luce dall'inquietudine di fondo che celebrava i vari film su Hannibal the Cannibal, o il già citato cult "Seven". In "Talking Lives", brutalmente diventato "Identità Violate", si gioca alla maniera del film con Brad Pitt e Morgan Freeman, ma a differenza di quella pregevole pellicola, questa di Caruso ne ricopia spudoratamente le atmosfere e i clichè. Ok, fa niente. Amen! Anche la trama è prevedibile da un certo punto in avanti. Io, sono andato a vedere il film principalmente per due motivi (al di là della Jolie che è sembre bella da vedere): un motivo si chiama Kiefer Sutherland, figlio di uno dei miei preferiti "cattivi", e comunque un signor attore invecchiato benissimo. Il figlio fortunatamente ripercorre i ruoli del padre ogni tanto, e il suo sguardo maniacale, quando viene beccato alla mostra d'arte, è incredibile! Il secondo motivo si chiama Ethan Hawke. Chi è stato bambino nei primi anni '80 come me, non può non ricordarsi "Explorer". Hawke è come Indiana Jones e Bud Spencer, ci sei cresciuto insieme. E tra l'altro è l'attore preferito dal mio attore preferito e coetaneo Josh Hartnett, in più è autore di due libri che consiglio vivamente. Ma è stato una sorpresa eccezionale vederlo gigioneggiare in questo film creando un serial killer il cui nome, James Costa, io annovero insieme a quello di Hannibal Lecter e John Doe. Sono i tre assassini seriali che più di tutti hanno affascinato il mio immaginario (e di psycho-movie ne ho visti parecchi, e posso quindi dire la mia).
Anch'io avevo capito che era lui l'assassino. Sapevo che ci sarebbe stata una prima e finta agnizione, per poi sorpresona!...vedere veramente in faccia l'assassino, sospettato da tutti. Bhè? A me non interessa. Perchè la cosa piacevole è stata vedere colui che sapevo essere il killer destreggiarsi e muoversi nella storia, rapportarsi con gli altri personaggi, e soprattutto vederlo gigioneggiare! Io da undici anni recito a teatro, amo principalmente la recitazione, e i ruoli da villain sono i miei preferiti. Criticare il film ci può star dentro, ma dire che Hawke è bollito, e Sutherland è al suo solito ruolo, vuol dire proprio non sapersi divertire con il "gioco cinema". Basta pretendere esercizi di stile buoni solo per i pochi europei affamati di autori! Che non se ne possono più! Non bisogna essere "attori", ma "personaggi"! E basta essere "bravi" attori! Bisogna essere personaggi "funzionali" alla storia. Questo è il cinema. Le menate intellettuali lasciatele ai frustrati, ai festival, e agli occhi a mandorla.
Scusate la virulenza, ma finisce che si cade sempre lì, e ad essere criticati son sempre gli stessi, a favore di pochi...
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