Regia di Icíar Bollaín vedi scheda film
Ammazzare di botte la moglie è amore?Farlo in presenza di un figlio, un bambino, è amore?Recuperarsi in un gruppo di autoaiuto per mariti violentissimi è amore?Tornare dal marito apparentemente redento è amore?Scoprire che le cose non sono , come si poteva peraltro supporre, cambiate, è stupore? Film ottimo per l' impegno, vi si parla del dramma della violenza domestica, di cui non si dice mai se non per fotogrammi horror e storie estreme, e lo si fa con una precisa attenzione agli sguardi, ai meccanismi con cui prospera, cresce, si rabbonisce, si rende inarrestabile la paura, la collera, l' abuso.Il linguaggio cinematografico è da dignitoso film verità per la televisione ma, per una volta, parrebbe opportuno sorvolare sulla forma per accettare questa onesta disamina di un delitto consustanziale all' istituto familista, ovvero il ritenere l' altro un proprio possesso, foss' anche "solo" sentimentalmente, con le derive che ne scaturiscono in maniera più o meno legata alla struttura d' ipocrisia assimilata da quel nucleo, ed in considerazione del livello sociale ed economico in cui la tirannia del pseudoamore si esplica.Bravissima la protagonista, finale aperto.Merita un' occhiata.
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