Regia di Icíar Bollaín vedi scheda film
Radiografia in nero di una passione non sopita.Scene da un matrimonio infelice in cui la crudeltà non è solo fisica ma anche e soprattutto psichica.E viene il momento di dire basta.Di cercare di andare alle radici della confusione che genera un rapporto così travagliato.Pilar assieme al figlio Juan va a vivere dalla sorella per fuggire dal marito Antonio che la maltratta fisicamente ma che cerca soprattutto di asfissiarla psicologicamente.Il film non mostrando il fianco a intenti voyeuristici scandaglia questo rapporto di coppia così stratificato e descrive le dinamiche all'interno della famiglia di lei.Da una madre che vede l'unione coniugale come principio indissolubile a tutti i costi(confessando alle figlie che lei stessa è rimasta con loro padre per il loro bene) alla sorella che vede i maltrattamenti che Pilar subisce.Il problema di Pilar è difficile da dire:più la ragione le dice di allontanarsi più il sentimento che prova per Antonio urla la sua urgenza.Una comunione di corpi prima che di anime,da qui il titolo del film,il bisogno di regalare mani,labbra,occhi simbolo di una passionalità che non viene sopita neanche dalla lontananza.Una passione che prende il sorpavvento sulla ragione,che calpesta tutte le volontà di emancipazione di Pilar.Che cerca di tarparle le ali quando lei faticosamente è riuscita a trovare la propria strada:fare la guida in un museo.I quadri di El Greco scandiscono i vari momenti di questo processo di emancipazione:lo stesso Antonio è ammaliato dalla bellezza di Pilar quando lei durante il suo lavoro,come rapita, descrive i quadri e intuisce che la sta perdendo,che quello che può darle la realizzazione in qualcosa che le piace lui non potrà mai darglielo.Nè ha la volontà di darglielo neanche dopo innumerevoli sedute dallo piscologo per cercare di modulare la propria collera.Perchè la gelosia non è un sentimento .E'uno stato mentale.E per quanto riguarda Pilar lei riuscirà a vivere la propria vita quando la ragione prevarrà sul sentimento,quando l'ultimo tentativo di convivenza si sarà infranto su un umiliazione mai provata prima.Il film della Bollain è un analisi impietosa del rapporto di dipendenza che si instaura in una coppia dopo tanti anni.E'percepibile una certa vena femminista ma è innegabile che esistano uomini così e che molti guardando questo film rivedranno davanti agli occhi il film del proprio matrimonio o della propria unione,tutte le piccole ,grandi angherie che una coppia anche inconsapevolmente si scambia.E'innegabile anche che la figura del marito padrone che si vede in questo film è antiquata anche se ancora presente al giorno d'oggi,come anche la desuetudine ad assaporare la libertà da parte della donna.Perchè alla libertà bisogna sapersi abituare e la protagonista di questo film non vi è abituata.Strepitosi i due protagonisti....
regia misurata che non deraglia verso il voyeurismo
letteralmente strepitosa
anche lui si dimostra attore con i fiocchi
ormai una veterana affidabile
brava
ok
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