Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Non capisco come si possa pensare di porre sullo stesso piano i 2 volumi di cui si compone Kill Bill. Il 2° differisce nettamente dal 1° (eccezion fatta per la stessa sovrabbondanza di suggestioni cinefile: quelle - bradipo68 - aleggiano su tutta l’opera). Molta meno azione forsennata (basti pensare che, dopo gli efferati spargimenti di sangue del 1° episodio, stavolta le tecniche assassine impiegate sono molto meno sanguinolente - ma decisamente più ingegnose - e comunque hanno successo in soli 3 casi!) lascia, infatti, spazio a parentesi meditative (steno79) che - seppur necessarie per fornire le risposte alle domande poste nel vol. 1 - rallentano però notevolmente il ritmo della narrazione.
E anche quando si arriva finalmente al fatidico incontro con il fantomatico Bill, la barbosa verbosità dei suoi dialoghi (tarantiniani sì, ma meno ispirati del solito) trasmette poco di quella emotiva conflittualità che covano i 2 interlocutori. Aumenta comunque la palpitante attesa per il duello finale, ma questo si riduce ad un “duello lampo” (scandoniano) anche poco coreografico: appena 5 colpetti sul petto - come insegnato dal maestro Pai Mei (ma - Ken il guerriero docet - 2 in meno di quelli previsti dalla sacra scuola di Hokuto) - e la leggenda di Bill è solo più un ricordo.
Insomma - anche se permane la tipica contaminazione post moderna (steno79) di generi (evidente anche nella colonna sonora, meno pulp, ma nello stesso stile spaghetti-western della precedente) - il film è poco pregno (ma comunque non del tutto privo) della visionaria estetica pulp che ha fatto la fortuna della regista e quindi - salvo qualche memorabile scena (come quella della roulotte di Budd Gunn/M.Madsen, da quando entra Elle Driver a quando esce Beatrix Kiddo) - nient’affatto indimenticabile.
Ad ogni modo, Tarantino si è riservato sufficiente materiale per rifarsi. Alcune vittime della furia omicida di Beatrix sono sopravvissute ed è facile immaginare che meditino vendetta. Quasi 10 anni di distanza l'avranno, o no, raffreddata abbastanza per poterla servire fredda, come vuole il proverbio?
Il credo di sì, quindi…to be continued.
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