Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
piu' ragionata, riflessiva e approfondita del volume 1, questa seconda meta' di una saga cinematografica destinata sin da ora a rimanere nel tempo lascia il segno per la costruzione armoniosa, per il perfetto dosaggio dell'autoironia e per la grande eterogeneita' di atmosfere ed immaginari che ci propone. Le parti migliori sono il sotterramento (angoscia e dolore allo stato puro) e l'addestramento col maestro di kung-fu (con gran dispendio di zoom anni 70 e fotografia sgranata). Dall'andamento rapsodico, di straordinaria fluidita' negli andirivieni narrativi, questo volume 2 ha il passo calmo e sicuro di un leggenda epica. Sospeso tra esaltazione e farsa del cinema d'azione violenta di serie B, e' un western post-moderno, in perfetto equilibrio tra componente maschile e femminile. I dialoghi sono tanto semplici quanto segretamente allusivi. Ha il pregio di moltiplicare le prospettive della vicenda stessa, coi suoi continui riverberi del volume 1 (straordinaria la sequenza d'apertura), rendendo profondamente complessa una storia di per se' assai lineare. E' anche una ricognizione teorica sulla filosofia stessa del film (il discorso di Bill su Superman) e sul tema della morte violenta (Emilio!!!). Tante cose si potrebbero scrivere su questa monumentale saga di cinema post-moderno: in poche parole, Tarantino ha nuovamente colpito nel segno. Che Kill Bill sia destinato a stare al primo decennio del 2000, come Le iene e Pulp Fiction stavano agli anni 90? Staremo a vedere
preferivo quella del volume 1, o, ancora meglio, quella di Pulp Fiction...ma va bene cosi'!
e' decisamente un personaggio tarantiniano: cinico e perverso
io insisto col dire che avrebbero dovuto dargli perlomeno la nomination all'Oscar
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