Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
Film valido soprattutto per la sua prima parte, che descrive una Torino inconsueta e probabile, dove si muovono alcune giovani persone, che, nell’Italia di oggi, si adattano. Nella seconda parte, Ferrario stiracchia la storia, tra un riempitivo e l’altro (il nonno, il cugino), forse senza sapere dove portarla, tra un omaggio di troppo a Buster Keaton ed un altro a Jules e Jim. Per fortuna emergono un paio di giovani attori di valore: più di Pasotti, Francesca Inaudi, uno dei volti femminili più espressivi del nostro cinema, e Fabio Troiano.
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