Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
questo dice la voce fuori campo di Silvio Orlando.
In "Dopo mezzanotte" si raccontano sì alcune storie, ma sono le immagini e le loro riprese a farla da padrone.
E quindi, così come nel cinema muto alcune scritte spiegavano e sottolineavano alcune sequenze o dialoghi, qui è la voce di Silvio Orlando che fa da didascalia a quanto viene mostrato
E' sua la voce che ci guida in questo viaggio nel cinema e nel suo museo torinese (meno male che lo fa lui perchè il personaggio principale è il meno adeguato a dare spiegazioni), e ci parla di Martino/Giorgio Pasotti che vive come se fosse Buster Keaton in un film muto, e come tale si aspetta che "una storia d'amore sia qualche capitombolo con una ragazza e poi via assieme mano nella mano".
Davide Ferrario racconta una sua visione del cinema, lo fa con le suggestioni visive del Museo Nazionale del Cinema di Torino, con un Giorgio Pasotti che recita quasi muto e con alcune riprese e movimenti di mdp particolari (ad es. nei terrazzi in cima alla Mole Antonelliana la mdp segue Amanda/Francesca Inaudi alla stessa velocità di Amanda, per poi bloccarsi di colpo mentre Amanda prosegue, sembra di essersi lanciati con un elastico e poi subire il rimbalzo.........quasi da mal di mare).
Provocatorio (?) il fatto che la spiegazione di cosa sia il cinema viene data dal cugino del protagonista, il personaggio meno acculturato del film, che con la sua parlata anche un po' stentata ci spiega chiaramente che il cinema è una manipolazione, è solo quello che il regista decide di farci vedere, e lui può barare e imbrogliarci come vuole.......ASSOLUTAMENTE GRANDIOSO.
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