Regia di Pierre Salvadori vedi scheda film
APRÈS VOUS
Scialba commediola di Pierre Salvadori che vede l’interpretazione principale di Daniel Auteuil. Ci sarebbe piaciuto scrivere nonostante l’interpretazione di Daniel Auteuil: l’attore francese ci ha, infatti, sempre abituato a prove di ottimo livello e tali da saper valorizzare anche film di scarsa levatura, pochi, in verità, quelli che lo hanno visto come protagonista. Questa volta, però, non ci sentiamo di salvare nemmeno lui dal naufragio.
Antoine è maître di un noto ristorante. Una sera, di ritorno dal lavoro, lungo la sua strada s’imbatte in un uomo che sta tentando di suicidarsi. Interviene appena in tempo per salvarlo, ma il suo compito non finisce lì, perché, da quel momento, praticamente lo adotta e si sente in dovere di trovare una soluzione a tutti i suoi problemi. Louis (Josè Garcia) diviene il suo incubo e risveglia in lui qualità da buon samaritano in eccesso tale per cui Antoine non riesce più a fare a meno del ruolo che si è disegnato. Ma la situazione rimane nell’alveo di una storiella scritta al piccolo trotto e non rasenta mai quella commozione che la condizione dei personaggi dovrebbe comportare.
Il vero problema di Louis è Blanche (Michèle Moretti), la ragazza che l’ha piantato dietro insistenza della nonna di lui, che vedeva il nipotino in angustie. Allora, lancia in resta, il nostro Don Chisciotte si adopra con tutte le sue forze per riconquistare l’amata al suo protetto. Ci riuscirebbe, in effetti, se non fosse che, alla fine i due s’innamorano, lasciando con un palmo di naso sia Christine (Marilyne Canto) che, esasperata, l’ha già da tempo mollato, sia Louis che, però, nel frattempo, sembra essere guarito.
È triste vedere Auteuil indossare le vesti di paraninfo che cede alla tentazione di un amore dipinto in maniera così poco allettante e credibile. Blanche non ha nessuna delle qualità che possano far recedere Antoine dall’inflessibile scopo che si è prefisso: si lamenta continuamente di una solitudine a cui non resiste per più di trenta secondi e, svenevole e beccacciona, è disposta a cambiare idea sull’uomo che ama ogni quindici; inoltre – ci facciamo forza qui dell’antico proverbio de gustibus non est disputandum – non ha neppure quelle doti fisiche magnificate dalla locandina che tratteggiava per sommi capi la trama del film.
A difesa di colui a cui è stato a volte rimproverato – rimprovero che non condividiamo – di essere troppo spesso Un cuore in inverno, possiamo dire che, fortunatamente, non ci pare che Daniel Auteuil presti alcuna fede al personaggio che interpreta: difatti, lo abbiamo visto particolarmente a disagio, sospeso fra uno scanzonato atteggiamento professionale che non gli si confà, un serioso dilemma pseudo amoroso e un finto dramma esistenziale che non sa proprio come rendere credibili; il tutto, poi, è dipinto con una convenzionale patina umoristica.
In amore c’è posto per tutti, recita il titolo dato al film nelle sale nostrane: non sappiamo come intendere il senso di quella frase, visto che due dei quattro personaggi colpiti dalle frecce di Cupido vengono fatti fuori; forse vuole riferirsi alla facile propensione di Blanche ad ospitare nel suo cuore quanti più amori possibili o – fosse vero! – potrebbe nascondere l’amara constatazione del distributore italiano di come Antoine (Auteuil) si sia piegato – speriamo solo perché costretto da motivi contrattuali – ad adattarsi alla piega banale della storia.
Enzo Vignoli,
18 novembre 2004.
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