Regia di Luna (María Lidón) vedi scheda film
Che la spinta principale a fare la puttana sia spesso di ordine economico non è una novità. Che la malavita traffichi in questo genere di attività con floridi risultati non è una novità. Che dietro la facciata si celi uno scenario di squallore e degrado non è una novità. Che il 'mestiere' sia praticato da donne come da uomini, sia pure di meno, non è una novità. E infine, a dirla tutta, il morphing può essere un effetto di manipolazione digitale dell'immagine piuttosto affascinante, ma, nel 2003, decisamente non è una novità. La regia è fintissima e spesso cerca di catturare l'attenzione con mezzucci da stereotipo del genere: per intenderci con un esempio concreto, documentario=camera a mano, inquadratura mossa, montaggio frenetico. E questo non è un vero documentario: idee (migliori) non ce n'erano? Noiosissimo e senz'altro completamente inutile. Ah, sì: senza dimenticare il fastidiosissimo casting, pedissequamente interraziale, di un'ipocrisia sconfortante.
Viaggio fra fiction e documentario all'interno del tunnel della prostituzione: dalle accompagnatrici ai prostituti maschi, alla protezione malavitosa...
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