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I sogni proibiti di don Galeazzo, curato di campagna

Regia di Emanuele Di Cola vedi scheda film

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La recensione su I sogni proibiti di don Galeazzo, curato di campagna

di mm40
2 stelle

Dalla Liguria Don Galeazzo viene mandato in un paesino del centro Italia. Qui le voci corrono in fretta e il giovane, aitante parroco subisce le attenzioni di tutte le donne del paese, nonchè delle malelingue.

 

Emanuele Di Cola è stato un direttore della fotografia attivo fra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta in produzioni italiane e spagnole di serie B/C; a coronamento della sua carriera, nel 1973 riuscì a dirigere una pellicola tutta sua, cioè Sogni proibiti di don Galeazzo, curato di campagna. Il titolo suggerisce già quasi tutto ciò che occorre sapere sul film: abbiamo a che fare con la solita farsetta regionale nella quale un parroco giovane e piacente viene circondato da belle donne e ragazze perennemente disponibili, con ambientazione paesana, personaggi stereotipati e morale facilotta (dove tutti sparlano, tutti peccano, e in Terra non ci sono santi). La fattura del lavoro è poveristica senza mezzi termini; i nomi degli interpreti, pescati fra seconde, terze linee e non professionisti, suggeriscono poco o nulla: Franco Aloisi, Eva Maria Gabriel, Alessandro Perrella, Enzo Monteduro, Rita Di Masi, Eleonora Morana, Donatello Congedo, Aldo Rendine e Anna Zinnemann occupano i tuoli principali e si è detto tutto. Mara Casana scrive la sceneggiatura insieme a Di Cola: poco erotismo, comicità volgarotta e ben poco ricercata (doppi sensi, scenette barzellettistiche), la logica basilare sfugge a gran parte della trama. La colonna sonora (niente di che) è di Felice e Gianfranco Di Stefano. 2/10.

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