Regia di Andrew Jarecki vedi scheda film
Il titolo originale di questo documentario, Gran premio al Sundance e candidato all’Oscar, era Capturing the Friedmans. Il doppio senso è significativo. I Friedman erano una tranquilla famiglia di Long Island: il padre insegnante di informatica, pianista fallito e appassionato di super8, tre figli maschi e la madre. Un giorno la polizia intercetta del materiale pedofilo indirizzato a casa Friedman, ed è l’inizio di un viaggio in un inferno domestico, ma anche sociale, perché le accuse di pedofilia scateneranno un intreccio di colpe private e pubbliche, desiderio di espiazione e paranoia che sembra uscito dalla Lettera scarlatta. I poliziotti, gli avvocati e i familiari ci guidano in un viaggio allucinante ed esemplare, in cui le cose sono molto più complicate di quel che sembrano. Ma è bene non svelare troppo della vicenda: la forza di Una storia americana sta anche in una suspence che ormai il cinema di fiction statunitense si è scordato: una capacità di organizzare il materiale non per accalappiare lo spettatore, ma per spiazzarlo, per farlo ritornare continuamente su ciò che ha visto e udito. I Friedman continuano a riprendersi anche nei momenti più dolorosi e atroci della loro vicenda giudiziaria, mentre la famiglia si sfascia. I critici americani hanno parlato di tragedia greca, e non sbagliano: l’esordiente Jarecki ha firmato uno dei film americani più belli degli ultimi anni.
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