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Il siero della vanità

Regia di Alex Infascelli vedi scheda film

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La recensione su Il siero della vanità

di zombi
6 stelle

m'immagino un inferno fiammeggiante come nei più consumati cliché, quel corridoio che ricorda un pò le celle di massima sicurezza nelle quali sono rinchiusi i più pericolosi criminali né IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI. margherita buy si aggira zoppa per quelle cellette ora vuote, smarrita, quasi non sapesse più cosa cercare e il motivo per cui si ritrova lì. è un film strano, nel senso che per un certo momento non sai più in che film ti ritrovi. come se per incanto non esistesse più un genere, nel quale infascelli voglia essere incastrato. che il fulcro di tutto non sia l'identità da scoprire di chi rapisce i personaggi "famosi" del sonia morton talk-show questo va da sè. però ad un certo mi sono ritrovato smarrito, senza che il regista e lo sceneggiatore mi aiutassero un granchè ad uscirne. è un pò faticoso, anche se dopo alla fine ci si salta fuori. ognuno da l'interpretazione che più gli aggrada. il bel paese del velinamento, del vallettaggio e del soubrettaggio non è più niente di nuovo. i 15 minuti di gloria di un fidanzamento col calciatore, o il topless su novella 2000 sono un veleno che non ti porta molto lontano. forse sarò troppo macchinoso, ma lo smarrimento che coglie margherita quando si ritrova in quella fogna vera e propria, tra i dannati del girone della vanità e del fallimento sotto gli artigli della satanassa sonia morton, è un nuovo modo ricercato per provocare orrore. del resto anche RINGU o THE GRUDGE non ti vogliono più spaventare con i colpi di scena. veniamo presi per mano e accompagnati pian pianino nell'orrore, per perdere anche quel poco di sanità mentale che ci è rimasta, come il sam neill di IN THE MOUTH OF MADNESS. infascelli non è uno sprovveduto e lo dimostra appieno nella prima parte del SIERO... col colpo allo stomaco dell'inizio e le prime sparizioni per introdurci nel mondo di sonia morton dove pare si nascondano segreti indicibili, dove sembrerebbe ci siano stanze murate con storie che sarebbe meglio non ritornassero mai a galla per non risvegliare l'ombra che si contorce contro il muro. fortunatamente il fantasma di argento rimane un fantasma(un film mentale che mi costruisco io... lo ritrovo un pò dappertutto, anche nella kathy whitaker di LONTANO DAL PARADISO), ma nella seconda parte purtroppo scemando la tensione vengono a mancare le fondamenta costruite così bene nel primo tempo. perfetta l'idea di consegnare nelle mani della buy il personaggio della ex poliziotta, di un altro gradino un pò più lontana dai ruoli che la stavano consegnando ad imperitura noia ed antipatia. perfetta pure la sonia morton della "signora del cinema italiano" francesca neri. antipatica come del resto è antipatico il suo ruolo che i media ci stanno imponendo di lei. la neri è un'attrice che ha dato buone prove, ma che è ben lontana dall'essere una "signora di qualsivoglia cinematografia". infine menzione di merito a barbora bobulova. una brava attrice con in mano il personaggio più completo dei comprimari, che del resto sono lasciati un pò abbozzati.

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