Regia di Alex Infascelli vedi scheda film
Infascielli c'intrattiene con quest'opera che intende berlinare il mondo mediatico e televisivo in genere, schiavo dell' estremo trend della nostra società iperconsumistica, ovvero il mito dell' “essere o, perlomeno, apparire”. Confeziona un gialletto che dovrebbe, a parere di vari utenti, rifarsi a non meglio specificati canoni dariargentani (ma prendendogli più di una pista, secondo me...) e che pecca solo nella marchiana descrizione di stereotipi che, per quanto vadano grottescamente autoturlupinandosi, man mano che la storia evolve tra l'insensato ed il quanto meno stravagante, s'incanalano, prendendosi troppo sul serio, in una trama che qualche ingenuo, alla fine, potrebbe scambiare come realmente concepita senza avvertirne il, neanche troppo vago, tocco di assurdo. Buona la Margherita Buy, nella solita parte schizzata che qui ben le si addice, con la puzza sotto al naso la Neri che avrei visto bene (nell'ottica del plot) rapita e sbatacchiata in mezzo ai topi (probabilmente avrà sottoscritto una qualche clausola di rifiuto... ), in parte tutti gli altri, da Giallini a Mastandrea, con nota di merito alla Bobulova, di piacevolissimo arredo, infine, le musiche sognanti ed, al caso, gonfie di ritmo teso, di Morgan.
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