Regia di Allan Dwan vedi scheda film
Un truffatore, in fuga con un malloppo di un milione di dollari che dovrebbe sistemarlo per il resto della vita, arriva nella fattoria dove vive la sua ex amante e complice, che aveva lasciato condannare a nove anni di prigione e con la quale vorrebbe riallacciare i rapporti, e soprattutto il marito di lei, che gli serve come guida per attraversare clandestinamente il confine con il Messico. Un film dignitoso, pur con molte ingenuità narrative (in primo luogo uno specchio malandrino che rivela dettagli decisivi) e un improbabile finale che rimette le cose a posto. Siamo così abituati a vedere Debra Paget in ruoli esotici che in abiti contemporanei sembra proprio un’altra persona, e la macchina da presa non manca di gratificarla con alcune inquadrature maliziose in stile “ti vedo-non ti vedo”. I due rivali fra i quali si destreggia, che sono un bel po’ più anziani di lei, hanno caratteri che calzano ai rispettivi interpreti: Ray Milland viscido e insinuante, Anthony Quinn rude e onesto.
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