Regia di David Koepp vedi scheda film
Scrivere, secondo Stephen King, fa male alla salute. Ne sanno qualcosa Jack Nicholson in Shining e James Caan in Misery non deve morire. Lo scoprirà e imparerà a proprie spese Johnny Depp in questo adattamento del racconto Finestra segreta, giardino segreto pubblicato nella raccolta Quattro dopo mezzanotte. Il discreto sceneggiatore e regista David Koepp non ha né il senso geometrico della suspense da spazio coatto di Rob Reiner né la luccicanza architettonica e parapsicologica di Stanley Kubrick. In più è svantaggiato dall’esperienza dello spettatore che intuisce troppo presto il “segreto” di Mort-Depp, uno scrittore annichilito davanti al foglio di scrittura, bianco, del suo computer e dal divorzio dalla moglie Amy-Bello, innamorata (è possibile?) di Ted-Hutton, che passa le sue giornate in un cottage isolato coltivando sonni e sogni agitati, sdraiato su un divano-cuccia. I primi segni di sgretolamento si manifestano con l’apparizione di uno psicotico dall’aria sinistra e dall’accento del Sud (un’altra buona caratterizzazione di John Turturro) e dal nome indiziario (John Shooter) che accusa lo scrittore di avergli rubato un vecchio racconto. La spirale di violenza e di paura si avvita rapidamente fino al colpo di scena risolutivo. Il film è uno show-case, un kammerspiel-thriller per una buona prova di Depp infagottato in una vestaglia che fa concorrenza a quella di Michael Douglas in Wonder Boys.
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