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Secret Window

Regia di David Koepp vedi scheda film

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La recensione su Secret Window

di scandoniano
6 stelle

David Koepp, già sceneggiatore di “Panic Room”, adatta (e dirige) per il grande schermo questo “Secret window”, tratto dal quasi omonimo romanzo di Stephen King “Secret window, secret garden”. È la storia di Mort Rainey (Johnny Depp), scrittore di best sellers che si rifugia in una cittadina del Mississippi un po’ per trovare la classica “ispirazione”, un altro po’ per dimenticare il matrimonio finito da pochi giorni con Amy (Maria Bello). Dopo 6 mesi di astinenza, o quasi, da rapporti interpersonali, un giorno Mort riceve la visita di John Shooter (John Turturro), zotico bovaro del posto che lo accusa di avergli copiato un romanzo; il misterioso personaggio, intimandolo di cambiargli il finale, promette di perseguitare lo scrittore fino a che questi non gli fornirà le prove che non si tratta di un plagio. Nonostante Mort abbia scritto quel romanzo 2 anni prima rispetto a John, non riesce in nessun modo a fornirne la prova (per una serie di vicissitudini che si scopriranno non casuali).
Dire di più sulla trama significherebbe svelare il meglio del film, ossia tutta la parte finale, forse un tantinello scontato (come lo è, ed in misura maggiore, il soggetto), ma senza dubbio giusto corollario ad una storia forse non esaltante, ma comunque degna di tal nome.
Nel film ci sono alcuni punti che non vanno: in particolare il ritmo del film non è esaltante (chi parla di un “thriller di alto livello” è estremamente generoso), così come la regia di Koepp risulta un tantinello didascalica (con alcuni flashback che alla lunga risultano stantii). Tuttavia, l’ambientazione (un po’ “Misery non deve morire”, un po’ “L’acchiappasogni”, un po’ “Shining”), tipica dunque di King e del suo modo di narrare, è riportata al meglio, così come degni di nota sono alcune trovate “lynchiane”, con l’interpretazione di Turturro, azzeccatissimo nel ruolo, a fare da ciliegina sulla torta. Depp non al suo meglio, così come la Bello, sicuramente più apprezzabili in altre interpretazioni. Un film da vedere, ma necessariamente senza grosse pretese nell’approccio.

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