Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Semplicemente uno dei noir più violenti e spietati che la storia del cinema italiano ricordi. Inquietante per il modo di anticipare certe tensioni che realmente sfoceranno, qualche mese dopo, nell’Italia già da un po’ entrata nei cosiddetti “anni di piombo” (basti pensare alle macabre somiglianze di alcune delle vicende del film con quelle del “massacro del Circeo”), l’opera in questione si pone nel panorama del cinema di genere italiano di quel periodo quasi come un punto di rottura, come una soglia oltre la quale l’osservazione impassibile della violenza criminale diventa un qualcosa di socialmente e politicamente fisiologico e dove l’unico modo per poterne spezzare le sue virtuali catene diviene unicamente quello di rispondere con l’odio e la vendetta. Un film a suo modo straordinario e, come scriveva Mereghetti, “disturbante ma capace di parlare di un’epoca”.
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