Regia di Bobby Farrelly, Peter Farrelly vedi scheda film
I fratelli Farrelly sostengono che nel loro film (un progetto amorevolmente sostenuto e affinato per più di una dozzina d’anni) il casting è quasi tutto. In parte è vero perché Matt Damon e Greg Kinnear, i due gemelli siamesi Bob e Walt che dal loro
fast-food in quel di Martha’s Vineyard arrivano ad Hollywood per soddisfare le ambizioni attoriali di uno dei due, tra star scoppiate, una Cher simulacro di un organismo geneticamente modificato senza più biglietto di ritorno, star ammirate, Meryl Streep, e stelline in attesa del provino giusto, Eva Mendes, sono il fluido principio motorio di questa commedia sulla dolcezza di essere dei freak (stella polare del cinema farrelliano) e sul mondo, portatore di molti handicap, dello spettacolo. Il film è più un exploit di prostetica (il trucco speciale usato per incapsulare in un involucro gommoso i due protagonisti ) che un inedito capitolo di estetica comica. Infatti, da Tutti pazzi per Mary in qua, l’irriverenza, lo sberleffo, la cattiveria si sono in parte smorzati. La perfidia umoristica si è smussata, quasi spuntata. Se Amore a prima svista è l’elogio scorretto della bellezza dell’anima in un mondo svilito dal look e dall’esteriorità, Fratelli per la pelle, in cui non mancano gag e sketch spiritosi, la voglia di coccole familiari investe il sodalizio, la complicità, l’intesa monozigotica. Tutti sono (siamo) spettatori e protagonisti di una vita-musical.
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