Regia di Ilaria Borrelli vedi scheda film
Non è sufficiente alzare il tono della voce oppure far parlare uno sopra l’altro e concitatamente i diversi personaggi in una stessa scena per dare ritmo e vivacità ad una commedia! E questo invece succede spesso nel film d’esordio della scrittrice/attrice/regista di corti Ilaria Borrelli “Mariti in affitto”, patchwork confuso ed ingovernato di generi, storie, casting “multietnico”, location male assortite che ci lasciano perplessi sulla realizzazione di un’opera del genere. E’ comunque da apprezzare il tentativo di distaccarsi da una produzione cinematografica italiana omologante e (spesse volte) monocorde che la regista tenta addentrandosi nell’insidioso sentiero della commedia americana brillante e di “situazioni”! Per riuscirci ambienta una parte del suo film proprio a New York (qui arriva Maria con si suoi due figli dall’isola di Procida alla ricerca del marito Vincenzo che è partito per gli USA alla ricerca di fama e fortuna come scultore e che non dà più sue notizie!). Ma sono solo vani espedienti che non riescono a salvare la pellicola dalle secche di un mellifluo torpore. Contribuiscono al risultato le prove poco convincenti di una Maria Grazia Cucinotta/Maria sempre più spaesata sul set, Brooke Shields/Charlene (la seconda moglie americana di Vincenzo) che preferiamo continuare a ricordare “bella selvaggia” in “Laguna Blu” o il talento mal gestito e poco fortunato di Chevy Chase/Paul Parmesan (il decadente imbonitore televisivo che cerca di rubare a Maria il “brevetto” dei suoi sandali artigianali). Mentre consigliamo a Pier Francesco Favino, incredibilmente bravo pur “costretto” nei panni di un personaggio “macchiettistico” e ridicolo come quello del “marito in affitto” Vincenzo , che, se come ha dichiarato “non bisogna mai fossilizzarsi e tentare nuove strade”, di scegliere comunque con più saggezza e mira personaggi che ce lo possano definitivamente consegnare attore completo come sappiamo in nuce essere!
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