Regia di Mel Gibson vedi scheda film
Un film che può essere visto come un eccellente documentario, ma che di cinema ha ben poco.
Il film si apre con un versetto della Bibbia, preso dal libro del profeta Isaia. Poi lo schermo nero lascia il posto all'inquadratura della luna piena. La macchina da presa si abbassa e, grazie ad un cameraman armato di steadycam, ci addentriamo nell'Orto degli Ulivi, dove, attraverso la nebbia, scorgiamo la figura di un uomo che farfuglia, fortemente preoccupato del destino che lo attende. Quell'uomo è Gesù.
Un inizio molto suggestivo quello del film di Mel Gibson, che ritorna dopo quasi 10 anni dietro la macchina da presa per filmare le ultime 12 ore di vita di Gesù.
Il film ha dalla sua parte alcuni aspetti: il primo è senza dubbio la visone estremamente realistica messa in scena da Gibson, che decide di seguire pedisseguamente le Sacre Scritture aggiungendo un realismo che ci presenta un quadro inedito sul tema della Passione.
Parlando di meriti non si può non parlare della splendida fotografia che riesce sempre a rendere l'atmosfera giusta, un' atmsofera spettrale nell'Orto degli Ulivi, un'atmosfera claustrofobica all'interno del tempio e così via.
Interessantissima, e sicuaremente degna di nota è la colonna sonora che vanta alcuni pezzi che rendono perfettamente il dolore e la sofferenza del Cristo presente in scena.
Mel Gibson tuttavia gira questo film in un modo del tutto inappropriato, eccedendo nei tecnicismi della sua regia e dilatando i tempi dell'azione fino al limite della sopportazione. Stiamo parlando di un film, la cui ultima mezz'ora è composta da un Gesù che cade continuamente e si rialza a rallenty.
Inoltre il Cristo di Gibson, interpretato da Jim Caviezel, è un Cristo senz'anima, che gode solamente della compassione dello spettatore non in quanto figlio di Dio, ma in quanto uomo massacrato selvaggiamente.
In più possiamo trovare una mediocre performance della Bellucci nell'importantissimo ruolo di Maria Maddalena. Apprezzabili invece le interpretzioni degli italiani Sergio Rubini (ladrone buono) e Rosalinda Celentano (Satana).
Un film che può essere visto come un eccellente documentario, ma che di cinema ha ben poco.
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Forse è vero che abbiamo compassione del Cristo di Gibson solo perché massacrato senza sosta, ma a mio parere è un'opera molto potente, cruda e realistica, e proprio per questo l'ho molto apprezzata...
Sicuramente la crudeltà e il realismo rendono molto più interessante il film, anche solo per le tecniche utilizzate nelle scene di tortura (ad esempio so che nelle scene sulla croce non c'era quasi mai Jim Caviezel, ma un robot) . Un film che volenti o nolenti è entrato nella storia del cinema.
Non lo rivedo da anni perche è un film che di certo non spinge a revisioni, pero ne conservo un ottimo ricordo, Gibson gira un film poderoso e visivamente potente, a tratti quasi insopportabile nella sua esasperata ricerca della sofferenza (ma questo era il suo scopo dichiarato), da un punto di vista tecnico un lavoro notevole, anche il cast (pur privo di star) era ottimo, al di la della Bellucci questo è vero, che pero trovo venga usata troppo spesso per criticare i film...c'è la Bellucci quindi lo bocciamo LOL
Beh, non saro certo io a rivalutare le doti di "attrice" della bella Monica (anche se nel film di Risi L'ultimo Capodanno fornisce una buonissima prova), ma in questo caso le performance del resto del cast surclassano qualsiasi mediocre prova dell'attrice italiana.
Ah...a me piacque molto anche Apocalypto, che dal punto di vista visivo e strutturale aveva molti punti in comune con la Passione (la scelta della lingua per esempio), insomma Gibson regista non mi dispiace affatto e mi piacerebbe rivederlo all'opera :)
Gibson è senza dubbio un buon tecnico e, devo dire, anche un ottimo direttore d'attori, come dimostrerà nel secondo me più riuscito Apocalypto. Il realismo, uso della lingua compreso, di Gibson rende il tutto molto più interessante e sicuramente molto più coinvolgente di quanto non lo sarebbe stato senza. Un film che non ho apprezzato particolarmente per l'assenza di sensibilità, non so se questo fosse voluto, che non è presente tranne che in alcune scene (come la bellissima scena dove la Madonna corre verso Gesù).
Per quanto riguarda le tue speranze di rivedere Gibson dietro alla macchina da presa, ti dico che non dovrai attendere molto perché adesso sta girando un dramma bellico che dovrebbe uscire quest'anno.
La sensibilità manca di sicuro ma credo che la cosa fosse voluta dallo stesso Gibson, che era completamente preso dalla fredda e insistita rappresentazione della violenza...pero ripeto, non vedo il film da anni e non ne ho un ricordo vivo, a parte il fatto che lo trovai un bel film.
Sul ritorno di Gibson dietro la macchina da presa mi dai una notizia e per questo ti ringrazio ;)
Di nulla, munny :)
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