Regia di Mel Gibson vedi scheda film
A parte le polemiche sul presunto antisemitismo (che io non ho trovato) e a parte anche il fatto che film come questo niente aggiungono alla fede di chi ci crede e allo scetticismo di chi non ci crede, "La passione" di Gibson è un film brutto e, per certi versi, ridicolo. È brutto soprattutto in relazione alle aspettative che chiunque si fa davanti a simile materia, affrontata per l'ennesima volta, con la speranza che l'autore abbia qualcosa di nuovo da dirci. È ridicolo se confrontato con le ambizioni filologiche (la rispondenza delle immagini alla realtà del tempo, testimoniata dall'uso dell'aramaico e del latino come lingue del film), e se è pregevole la scena in cui Maria e la Maddalena raccolgono il sangue di Gesù sul luogo della fustigazione, poiché nella civiltà ebraica il sangue era qualcosa di prezioso e doveva essere raccolto anziché lasciato seccare sul selciato, allora Gibson e il suo sceneggiatore Benedict Fitzgerald (ma sarà un nome vero o uno pseudonimo?) ci dovrebbero spiegare, per esempio, la scena del corvo che sulla croce becca gli occhi al cattivo ladrone. Il senso del ridicolo avrebbe dovuto fermare i due complici per tempo. Del resto, l'insistenza sul sadismo dei soldati romani aveva sdubbiato lo spettatore avveduto già un po' prima dell'arrivo al Golgota. E chissà se Gibson si è reso conto che le parti più emozionanti del film non sono quelle in cui Gesù perde litri di sangue, ma quelle in cui proclama il suo messaggio rivoluzionario ("Amate i vostri nemici"), quello che era stato intuito ed aveva spaventato sia gli ebrei ortodossi che i romani. Noi restiamo in attesa del nuovo Pasolini.
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