Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
VOTO 10/10 Testamento artistico di Bergman e suo congedo dal cinema (in seguito dirigerà soltanto film televisivi: anche questo a dire il vero è stato realizzato per la tv, ma l'edizione più conosciuta è quella cinematografica di 3 ore). Film-fiume alla Via col vento, saga nordica che assomiglia a un poderoso romanzo per immagini, appassionato omaggio al teatro: Fanny e Alexander è tutto questo e molto altro ancora. La libertà narrativa di cui fa prova è stupefacente: si passa da una lunga festa familiare al dramma cupo e ad atmosfere fantastiche, per concludere con un ritorno alla serenità. Tutto appare calibrato alla perfezione, come si conviene ad un film riassuntivo di un'intera carriera: la fotografia di Nykvist tocca punte altissime, ma anche lo stile è di un'ammirevole fluidità, come se il regista avesse anche lui trovato una pacificazione nell'atto della creazione artistica. Nell'ampio cast, personalmente preferisco il vescovo tormentato e schizofrenico di Jan Malmsjo e la nonna della grande Gunn Wallgren, ma quasi tutti i personaggi sono da antologia. Insieme a Berlin Alexanderplatz di Fassbinder, Il decalogo di Kieslowski e i vari Heimat di Reitz, un esempio eccezionale di film televisivo che entra nelle antologie del cinema più grande: è un capolavoro, tra i migliori film degli ultimi trent'anni.
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