Regia di José Mojica Marins (Zé do Caixão) vedi scheda film
In un paesino brasiliano di superstiziosi, il becchino - presuntuoso e nevrotico - decide di sfidare Dio e la sorte facendo una carneficina. Una strega predice la sua fine.
La cosa più onorevole che si può dire di questo film è che segue idealmente il percorso logico del Delitto e castigo dostoevskijano: un protagonista senza nulla da perdere si ritrova a voler dimostrare l'inesistenza della Giustizia (e quindi di Dio o del Destino) macchiandosi inutilmente di sangue. Meglio fermarsi qui, però, perchè qualsiasi altra parola potrebbe risultare fuori luogo; A mezzanotte prenderò (o possiederò, a seconda dell'edizione) la tua anima è l'esordio dietro la macchina da presa del 'maestro dell'horror' brasiliano, ossia Josè Mojica Marins, che si ritrova suo malgrado contemporaneamente anche davanti alla stessa mdp: all'ultimo momento il protagonista si fece infatti da parte e a Marins non rimase altro che interpretare il mostruoso Zé do Caixao. Con buona fortuna, poichè la pellicola si prestò a un paio di sequel e Zé ritornò altre volte nel cinema del regista. Come sia stato possibile è però un bel mistero: il film è dichiaratamente poveristico e non fa nulla per sembrare anche un minimo meglio di ciò che realmente è; scene, costumi, interpreti, dialoghi: tutto sembra abbozzato alla meno peggio e la mano di Marins è davvero maldestra in numerose sequenze, specie in quelle salienti. Per non parlare della sua recitazione monoespressiva e degli effetti speciali da due soldi, apprezzabilmente volonterosi ma comunque risibili. Soprattutto a deludere è la tensione, il mistero: la trama si snoda malamente fra inciampi vari e momenti del tutto prevedibili, con un finale telefonato pressochè dall'incipit del film; la sceneggiatura è firmata dallo stesso regista e pare quantomeno acerba. In questo modo il pur evidente fascino di Zé, becchino pieno di sè preda di frequenti raptus violenti, crolla implacabilmente. 3/10.
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