Espandi menu
cerca
A mezzanotte prenderò la tua anima

Regia di José Mojica Marins (Zé do Caixão) vedi scheda film

Recensioni

L'autore

undying

undying

Iscritto dal 10 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 129
  • Post 42
  • Recensioni 3014
  • Playlist 58
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A mezzanotte prenderò la tua anima

di undying
8 stelle

Primo tassello di un percorso personalissimo affrontato dall'eccentrico regista Mojica Marins, che pure da corpo all'inquietante personaggio di Josefel Zanas interpretandolo... Una vera pietra miliare dell'horror brasiliano.

 

Josefel Zanas (Mojica Marins) è stato rinominato dai suoi compaesani Zé do Caixão (letteralmente: Beppe la bara) per la sua attività legata alle "onoranze funebri". Zé non ha nessun rispetto per il prossimo e tantomeno ha fede religiosa: infatti mangia carne durante una processione del Venerdì Santo e insidia sessualmente Terenzinia, la ragazza di Antonio, il suo migliore amico. Zé ha però un lato umano, infatti rispetta i bambini e mira unicamente ad avere un figlio: obiettivo che vuole portare a compimento proprio con la bella Terenzinia. Per far questo non rifugge dall'omicidio di Antonio e alla violenza carnale di Terenzinia. La ragazza, afflitta per il dolore e per la violenza subita si toglie la vita, gettando però su Zé una terribile maledizione che si dovrebbe avverare a mezzanotte in punto ...

 

locandina

A mezzanotte prenderò la tua anima (1963): locandina

 

Considerato il primo horror brasiliano, A mezzanotte prenderò la tua anima è un piccolo gioiello del macabro diretto da un ispiratissimo José Mojica Marins, regista che crea un universo unico e irripetibile nel quale si propone in una sorta di sdoppiamento, interpretando più volte e per lungo tempo l'alter ego di Zé Do Caixão (in anglofono Coffin Joe). Quello che più sorprendente del film è l'effetto straniante dato dal comportamento ambiguo di Zé che se da un lato si dimostra bestiale  (e le unghie lunghe -che ne fanno un Freddy Krueger ante litteram- simboleggiano questo aspetto) dall'altro ha slanci poetici quando salva da un incidente un bambino togliendolo dalla strada. Alla ottima messa in scena, che può contare su un look del becchino davvero originale  (veste con cappello ad imbuto e mantello, con un aspetto che rimanda a Mandrake) si affiancano dialoghi deliranti e scene di particolare ferocia (il taglio di due dita con una bottiglia durante una partita a poker, l'omicidio di Antonio o lo sfregio facciale di un rivoltoso nella locanda) che anticipano addirittura lo splatter di Blood feast (H.G.Lewis, 1963). Il bianco e nero, inoltre, contribuisce a creare un clima di angoscia e disagio soprattutto nelle scene all'interno della cripta quando Zé si lancia in imprecazioni contro tutto e tutti. Marins, inoltre, non solo fa uso eccezionale di tutto il corredo gotico  (la strega che introduce il film e che predice sventure, teschi e ossa nell'ambientazione cimiteriale, temporali con lampi inverosimili che squarciano il cielo notturno) ma aggiunge un suo personalissimo stile, inserendo scioccanti scene con tarantole sui corpi di ragazze semi svestite. Questa componente sex and violence (Zé picchia, maltratta ed umilia soprattutto le donne), connotando la pellicola di humus tipicamente misogino, si svilupperà molto meglio nei seguiti in particolare nel secondo capitolo, realizzato nel 1967 e destinato a costituire il pezzo migliore dell'intero lotto.

 

Citazione 

"Che cos’è la vita? E’ l’inizio della morte! 
Che cos’è la morte? E’ la fine della vita!
Che cos’è l’esistenza? E’ il ciclo del sangue!
Che cos’è il sangue? E’ il significato della vita!”
(Il delirante monologo che apre il film)

 

Curiosità 

Circa la genesi di questa mefistofelica serie il regista ha dichiarato che l’idea alla base di A mezzanotte prenderò la tua anima sia nata in seguito a un incubo ricorrente che lo perseguitava e che costrinse la famiglia ad invocare una sorta di stregone locale per esorcizzarlo. L’incubo aveva, come unità di luogo, un posto specifico; si svolgeva cioè sempre nei pressi di un cimitero, nelle vicinanze del quale Marins incontrava un personaggio nerovestito. Nell’avvicinare la cupa figura, il regista riconosceva la sua faccia. Marins trovò così l’ispirazione (onirica e al tempo stesso surreale, come buona parte della sua cinematografia) per il primo film horror brasiliano.

 

Distribuzione in Italia 

In Italia l'opera di Mojica Marins è giunta molto tardivamente grazie ad Enrico Ghezzi (nel ciclo Fuori orario ha presentato Il secondo film, Questa notte mi incarnero' nel tuo cadavere) e all'ex pay TV Tele +  in una prima nazionale che ha offerto il film in lingua originale con sottotitoli il 2 Marzo del 1998. Finalmente, in anni più recenti, il film è stato riproposto in Dvd all'interno di una bella serie curata dalla Dynit nel cofanetto Coffin Joe Collection vol. 1 (di 3). Il formato video è 4:3 e la versione è in lingua portoghese con sottotitoli in italiano, con presentazione del film a cura dello stesso Marins. Eccezionale il comparto extra composto da: estratto del film A sina do aventuriero, art gallery (manifesti e locandine), scena inedita girata in digitale nel 2002, cortometraggio Reino sangrento, spot TV, 7 trailers, interviste a: Jose Mojica Marins, Rubens Francisco Lucchetti, Carlos Reichenbach, Fernando Costa Neto, Ivan Cardoso e Cid Vale. Durata della versione: 1h20m42s (compresa la presentazione del regista pari a circa 2 minuti).

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati