Regia di Mario Bava, Alfredo Leone vedi scheda film
Appartiene a quel periodo che viene considerato dai più, il periodo peggiore della produzione di Bava. Quello che va tra il '69 e il '75, senza includervi però due veri capolavori come "Reazione a Catena" e "Shock". Il film in questione ha una doppia natura: "Lisa e il Diavolo" è di Bava, "La Casa dell'Esorcismo" (titolo con il quale è conosciuto maggiormente) è di Alfredo Leone. Quest'ultimo, anche produttore, ha girato una serie di scene in più relative all'esorcismo con anche l'aggiunta di nuovi attori e ambienti che nell'originale non si vedono (come appunto l'interno di un ospedale). Credo fortemente che l'opera sia più di Bava. Questo perchè ho visto la versione appunto originale, dove l'esorcismo conta ben poco, e a essere protagonisti sono nuovamente i colori e la visionarietà del regista. E' vero, Mario Bava non firma la sua regia migliore, ma molte idee che troviamo soprattutto nella seconda parte del film, sono azzeccate e caratterizzanti. Una su tutte l'amplesso sessuale con il cadavere di Lisa, con in fianco un vero scheletro che richiama appunto la morte. Quella morte che si respira per tutto il film, fin da quando i malcapitati si trovano inconsapevolmente prigionieri dei delirii di una vecchia donna, del figlio disturbato, e dell'ambiguo maggiordomo (un Telly Savalas/Diavolo che cita il suo alter ego Kojack con tanto di lecca lecca).
Vita/Morte, Matrimonio/Funerale, Sesso/Castratura, Giorno/Notte, Sogno/Incubo, Macabro/Bucolico. Sono le antitesi stupendamente trattate da Bava nel film. Dico stupendamente perchè la pochezza di mezzi produttivi hanno da sempre stimolato il regista (e come lui tutti coloro che hanno lavorato nei B-movie italiani), a crearsi dal nulla la visionarietà che oggi gli esaltiamo. Magari sembravano accostamenti di lettura facile, soprattutto per i sofisticati e i puristi di un cinema classico e fedele alle regole, invece l'immediatezza senza fronzoli con la quale Mario Bava ci esemplifica la sua idea, è l'elemento caratterizzante suo e dei filmaker che da lui hanno imparato di più.
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