Regia di Mario Bava, Alfredo Leone vedi scheda film
Saggio di bravura, l'ennesimo per Mario Bava, questo Lisa e il diavolo; ennesima anche la delusione al botteghino, tanto che il film venne ritirato quasi nell'immediato e, dopo qualche rimaneggiamento da parte della produzione (Alfredo Leone, anche co-sceneggiatore con il regista), ripubblicato l'anno seguente con il titolo di maggior appeal (?) La casa dell'esorcismo. A un cast di buon livello che vede partecipare nei ruoli principali Telly Savalas (già noto al grande pubblico e dall'anno seguente, 1973, ancora più celebre grazie al personaggio televisivo di Kojak), Sylva Koscina, Gabriele Tinti, Alida Valli ed Elke Sommer (anche nel precedente film di Bava, Gli orrori del castello di Norimberga), a un cast così nutrito di nomi famosi e di interpreti dotati non corrisponde però ancora una volta (per Bava) una storia di ampio respiro: Lisa e il diavolo vorrebbe essere un visionario viaggio nel delirio sconnesso di una donna alle prese con i propri incubi, ma molto più semplicemente è un piatto fotoromanzo dell'orrore senza grandi colpi di scena nel quale l'unico motivo di vero interesse è la capacità del regista di ricreare la proverbiale tensione delle sue opere. Cecilio Paniagua, direttore della fotografia spagnolo qui alla sua unica collaborazione con Bava, è sicuramente determinante nella riuscita estetica del lavoro; il seguente (sempre parlando della filmografia del regista) Cani arrabbiati sarà comunque decisamente migliore. 5/10.
Lisa, turista in un museo, gironzolando finisce ospite in un castello popolato da bizzarri esseri umani e ancor più preoccupanti presenze soprannaturali.
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