Regia di Mario Bava, Alfredo Leone vedi scheda film
Non posso fare altro che trovarmi d'accordo con quanto dice Tim Burton nel documentario "Mario Bava Maestro del macabro": il grande regista ligure sa parlare direttamente all'inconscio, oltrepassando gli strati piu' intellettuali della mente. E Lisa e il diavolo (diffidate dalla versione rimontata da Alfred Leone, denominata La casa dell'esorcismo) e' forse la summa, il massimo di questa capacita'. Il cinema e' sogno, e' magia, e vedere film come questo e' come entrare in un sogno. Non cerco neanche di capirlo... semplicemente mi lascio andare. Questo puo' essere disturbante. E di sicuro irritera' coloro che vogliono capire la trama: a Bava della trama non gliene importa. Basta che la storia (non) stia piu' o meno in piedi. Quello che importa a Bava e' girare, creare le sue alchimie, disporre le luci, usare la propra sintassi registica, fatta di zoom poco canonici, movimenti incredibili della mdp, inquadrature intuitivamente perfette, da vero fotografo, e spesso portate al limite. In altri termini, quello che fa il regista ligure e' CINEMA, dello stesso genere puro dei capolavori del cinema muto. Bava non va studiato, va goduto e basta.
Non ha nulla a che fare con Lisa e il diavolo. Ha semplicemente girato le scene aggiuntive per fare La casa dell'esorcismo, e questo al fine di sfruttare il filone inaugurato dal film di Friedkin.
Non tutti i suoi film sono capolavori. Alcuni sono francamente risibili, come i western o il film su Aladino. Ma i capolavori lo sono sul serio. Un percorso che nessuno ha piu' osato tentare. Amatissimo dai registi visionari americani (Joe Dante, Tim Burton, John Carpenter). Copiato da molti (da Fellini -Quattro passi nel delirio- a Dario Argento) ma inarrivabile.
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