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Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno

Regia di Bitto Albertini vedi scheda film

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La recensione su Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno

di mm40
2 stelle

Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno ha un ruolo di culto fra i tanti decamerotici (commedie pecorecce farcite di nudi e volgarità, che vennero realizzate in serie e a bassissimo budget nel giro di 3-4 anni in seguito all'uscita del Decameron di Pasolini, 1971). Non si capisce bene perchè: forse per il curioso e arzigogolato titolo - tratto da una battuta del film -, perchè in effetti nè regista, nè interpreti, nè situazioni particolari della trama possono rimanere più di tanto impressi positivamente nella mente dello spettatore e aiutarlo magari a distinguere questo lavoro dagli innumerevoli similissimi che in quel periodo il cinema italiano sfornava senza posa. Bitto Albertini è fuori luogo: amante di un cinema esotico, da cartolina (Emanuelle nera, Nudo e crudele sono fra i suoi titoli più noti), qui si ritrova a dover imbastire una farsuccia scombiccherata a base di corna, nudi femminili e altre corna, con una sceneggiatura scritta peraltro proprio da lui con la collaborazione di Marino Onorati, mestierante non del tutto disprezzabile (Ultimo tango a Zagarol, L'esorciccio). Allo stesso modo il cast è assolutamente risibile: gli unici nomi che spiccano sono quelli di due caratteristi come Antonio Cantafora (qui protagonista) e Luca Sportelli (in un ruolo minore); si aggiungano pure le musiche dozzinali di uno Stelvio Cipriani fuori forma, nonchè le già note lacune tecniche del regista (in questo caso, data la realizzazione misera e frettolosa, perfino esuberanti): la frittata è fatta. Di Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno vale la pena segnalare soltanto una breve scena che vede marito e moglie seduti vicini sulle domestiche cloache; mentre i sottintesi erotici/sessuali si sprecano (l'amante di lei è nascosto nella 'tazza' di lui), lui sta defecando copiosamente e Albertini non manca di inquadrare dettagliatamente la produzione dell'atto, che va a spalmarsi leggiadra sul terzo (mai così tanto) incomodo. La storia del teatro e della letteratura mondiale potrebbe essere sconvolta: nasce il nuovo binomio Amore e Merda. 1/10.

Sulla trama

Alle soglie del 1300, nel paesino toscano di Monte Lupone, donne piacenti mal maritate con uomini vecchi e brutti cercano in ogni modo di attirare l'attenzione dei giovani aitanti compaesani, per cornificare debitamente i bavosi mariti.

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