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Reazione a catena. Ecologia del delitto

Regia di Mario Bava vedi scheda film

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La recensione su Reazione a catena. Ecologia del delitto

di giuliobonfante
8 stelle

Bava torna sui suoi passi, e in particolare a Sei donne per l'assassino. L'eleganza, la ricchezza registica e fotografica sono un miracolo incredibile del cinema di genere italiano (ineguagliate neanche dall'infante prodigio Dario Argento), forse il punto più alto della filmografia baviana; ma ancora una volta, e fa arrabbiare, il tallone d'achille è la sceneggiatura. Il brillante spunto di Sei donne per l'assassino, nel quale l'assassino (o meglio gli assassini) sono ovviamente i cattivi, ma tutti hanno qualcosa da nascondere, viene portato a un'iperbole ridicolissima. Si ammazzano tutti a vicenda; ogni personaggio, pur di fare soldi, è pronto a sgozzare a destra e a manca e lo fa senza rimorsi. Alla fine, dopo l'ennesimo colpo di scena, ci scappa anche la risata.
Negli ultimi anni il cinema di genere italiano è diventato forte fonte di un culto (e il dito, che sia in segno di accusa o di ringraziamento, va puntato verso l'incompreso cinefilo Tarantino, che involontariamente si è creato una schiera di falsissimi imitatori). Anche per questo motivo, Reazione a catena è stato riconosciuto da molti come capostipite degli slasher movies. Non è così. Lo slasher è un filone nato in America e geneticamente americano, il cui primo esempio puro è Halloween di Carpenter, che pure ha sbirciato parecchio i compiti di Bava e Argento, nonostante l'oceano tra i due banchi. Reazione a catena è modernissimo e ha intùito bastante a indovinare alcuni degli ingredienti di un genere che a partire da una decina di anni dopo avrebbe guadagnato milioni in America e non solo, ma resta profondamente italiano. Bava, come lo spettatore italiano dell'epoca, non prova gusto nei delirii di un essere disumano come Michael Myers, non li capisce; ha bisogno di un movente più concreto della follia o della vendetta cieca, che agli americani vanno benissimo e a cui forse si avvicinerà di più Argento. Bava è interessato a un movente che parta dai vizi dei subdoli, peccatori di tutti i giorni, o, in altri film, da un movente sociale, e pur costruendo ottimi momenti horror e splatter, il bisogno di una spiegazione razionale lo tiene legato al poliziesco, al giallo all'italiana.
Belle musiche di Stelvio Cipriani.

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