Regia di Mario Bava vedi scheda film
Un film decisamente bello con una storia decisamente banale, che si riscatta un minimo nel colpo di scena finale, ma che essenzialmente vive di banalità, dialoghi scritti con superficialità e momenti risaputi. Buona la produzione - Giuseppe Zaccariello - che per una volta concede a Bava carta bianca: e si vede, perchè finalmente il regista riesce a mettere in scena una storia compiuta con effetti speciali portentosi (Carlo Rambaldi, qualche anno prima di ET), scenografie accurate (Sergio Canevari), attori dignitosissimi (Leopoldo Trieste, Isa Miranda, Luigi Pistilli, Claudine Auger, Laura Betti) e, ma quella non sorprende affatto, una magistrale fotografia diretta dallo stesso regista. Che si occupa anche della sceneggiatura, insieme al tandem Filippo Ottoni / Joseph McLee (pseudonimo dietro cui si cela lo stesso Zaccariello), tratta da un soggetto di Franco Barberi e Dardano Sacchetti. Questa pellicola, anche grazie ai citati mezzi a disposizione, rappresenta probabilmente la vetta horror e 'pulp' (sebbene ante litteram) per Bava; la tensione è mantenuta altissima con un ritmo serrato e inquadrature ansiogene da vero maestro del brivido: vedendo Reazione a catena si capisce il perchè dell'altissima considerazione dei colleghi nei confronti di Bava (la critica e il pubblico ci hanno messo un po' più tempo a comprenderlo appieno, e tuttora spesso non ci sono ancora riusciti). Peccato solamente che la storia di fondo sia tanto blanda e inconsistente, nonostante un apprezzabile tentativo di sottotesto psico-antropologico nell'accostamento ideale fra entomologia e rapporti umani; rimangono comunque impressi alcuni momenti letteralmente epocali (copiati / omaggiati in seguito da numerosi registi, anche all'estero: per es. Sam Raimi e John Carpenter si sono dichiaratamente ispirati a questo film per i loro lavori), come il doppio omicidio a roncolate e quello duplice, ma in un colpo solo, per mezzo di una lancia appuntita. Colonna sonora di Stelvio Cipriani: non esaltante, con un tema portante che ricorda da vicino il riff di Sunshine of your love dei Cream (1967). 5,5/10.
L'anziana contessa viene strangolata; il marito accoltellato subito dopo. Nel conteso terreno di famiglia gli omicidi saranno molti: chi può essere interessato a fare una simile efferata strage?
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