Kalachakra Initiation di Werner Herzog è un documentario “costruito”, come tutti gli altri del regista. E pure non avendo la genialità straniante di Lektionen in Finsternis, Kalachakra si avvicina, quasi tocca l’immagine mentale, la sua vagheggiata purezza, da sempre inseguita dal regista. Il ritmo è certo ondivago, e può risultare indigesto: tanto che le immagini sembrano sempre uguali, e il film stesso pare ripetersi eternamente – e invece succede qualcos’altro, ogni immagine diventa figura, si svela. Herzog ha fatto un altro film che non si può leggere solo sul visivo (sarebbe troppo facile), ché il suo luogo è l’invisibile, il mentale, l’alterità a cui da sempre il suo cinema ci inizia (difatti: Kalachakra initiation). Ancora una volta dunque: verità estatica.
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