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I fanciulli del West

Regia di James W. Horne vedi scheda film

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La recensione su I fanciulli del West

di genoano
8 stelle

Loschi individui al bancone del saloon li truffano, ma Stanlio e Ollio avranno la meglio, a modo loro: ovvero passando indenni attraverso il maggior numero di disastri comici possibile. Ritmo, invenzioni e l'iconica danza comica, la più buffa e spassosa di sempre, sulle note yodel-western di "At the ball, that's all". Voto 7 e mezzo, anzi 8.

Scordatevi i duri dalle facce di pietra, le lunghe cavalcate, i fieri amerindi e le rese dei conti tra pistoleri nella main street: quello di Laurel e Hardy non è certo l'epico Far West di tanti altri film, ma qualcosa di cinematograficamente più inusuale ("Way out West" si potrebbe tradurre sia come sinonimo di "Far West" col senso di "lontano Ovest" sia come "insolito, bizzarro Ovest") e tuttavia, paradossalmente, più vicino nel concetto di base a come doveva essere realmente la Frontiera, ossia un luogo pieno di illusi e di canaglie pronte a sfruttarli. E dove le bistecche non erano "soffici come la neve e alte tre dita", come piacciono a Tex Willer e Kit Carson, ma più simili a suole delle scarpe. Insomma, un po' la visione del West che proporrà molti decenni dopo l'evemerista e cupa serie tv crime-western "Deadwood"; ma qui ci sono Stanlio e Ollio, e con loro anche le canaglie fanno ridere, e parecchio, e non c'è problema che non si possa risolvere, pur non avendoci capito niente, sfasciando involontariamente tutto. Quasi tutta l'azione si svolge in un saloon gestito dall'immancabile baffone James Finlayson, all'ennesimo ruolo da farsesco antagonista del duo (un po' come il brizzolato Riccardo Pizzuti nei film di Bud Spencer e Terence Hill); infido come il Thenardier de "I miserabili", nulla potrà di fronte al giusto sdegno di "Cric e Croc", ostinati come la loro mula Dinah nel riottenere il maltolto. L'affiatamento, il garbo, l'ironica perfezione con cui Stan e Oliver si coordinano per la loro buffissima danza, sulle note degli Avalon boys, sono giustamente considerati la summa del loro immenso talento. Molti anni dopo il duo Spencer-Hill, cimentandosi con il suo West nel mitico "Lo chiamavano Trinità...", renderà omaggio a "Way out West" con l'entrata in scena di Terence sul travois che cita quella di Ollio, in una sorta di staffetta del Pony Express capace di trasmettere, da una generazione all'altra, il prezioso messaggio della risata e del buonumore.  

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