Regia di Philippe Le Guay vedi scheda film
Tema: Il nostro rapporto segreto con il Denaro. Svolgimento: “Il costo della vita”, commedia intelligente, arguta, ben scritta e recitata, che racconta di cinque personaggi e varia umanità (un taccagno irriducibile, un ristoratore troppo generoso, una squillo di lusso, un imprenditore che svende le sue fabbriche dopo un infarto, una giovane ereditiera che nasconde le sue “facoltose” origini) destinati ad incrociarsi a Lione in pochi giorni e che nel loro rapportarsi ora nevrotico, insicuro, spensierato, problematico, incosciente ed ossessivo con il Dio Denaro compongono un credibile e sincero “puzzle” di una società dei nostri tempi malata gravemente “d’avidità”. Ed è un vero peccato che questo sia il primo film del regista Philippe Le Guay ad arrivare sui nostri schermi facendoci così scoprire in ritardo (è autore di altri due lungometraggi inediti sul nostro mercato) la vena ironica, malinconica, il felice ritmo narrativo ed onestà di sguardo di questo regista francese. Non sarà difficile riconoscersi nei diversi caratteri che animano questa commedia, che oltre a poter contare su una sceneggiatura (sempre opera di Le Guay) precisa e mai superficiale, può vantare un cast d’attori incredibilmente in parte: su tutti, lo “Zio Paperone” taccagno incallito di Fabrice Luchini capace, con impercettibili sfumature, di raccontarci della vastità e complessità del nostro eterno bisogno di essere amati ed accettati per quello che siamo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta