Regia di Philippe Le Guay vedi scheda film
Qualche personaggio interessante, alcune battute divertenti e indovinate ma nulla di più. Si tratta di una di quelle pellicole che si lasciano guardare, di cui poi si ricorda solamente l’interpretazione di Fabrice Luchini, sempre una spanna superiore agli altri, e poco altro. Un “prodotto medio” dunque che vorrebbe sondare il rapporto di persone appartenenti a diverse classi sociali con i soldi.
Le singole storie però non riescono a sostenere le aspirazioni corali del film e si sente la mancanza di un finale che tiri le fila del tutto. In alcuni momenti il film si disperde e diventa anche un po’ noioso, insomma è come se in quella verve solitament tutta francese si sia insinuato uno dei registi di un episodio dell’Ispettore Derrick (che per me rappresenta la massima rappresentazione della tristezza e dello squallore visivo). Non mi sento di consigliare la visione de “Il costo della vita”, sebbene non possa neanche dire che faccia schifo. Fate un po’ voi… per rimanere in tema dipende tutto dal valore che si dà al costo del biglietto (ma soprattutto al valore che si dà al proprio tempo libero).
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