Regia di Sergio Rubini vedi scheda film
Ha provato a fare un suo personalissimo Otto e mezzo perfino Massimo Ceccherini (con Faccia di Picasso), vogliamo forse negare la stessa opportunità a Sergio Rubini, che peraltro con Fellini ha anche lavorato, seppure nel suo film più brutto (Intervista)? No di certo, anche se riconoscergli la possibilità non significa certo dargli atto del risultato.
Il film di Rubini sembra davvero una versione aggiornata e corretta (o corrotta) di Otto e mezzo, alla luce di quarant'anni di Woody Allen. L'amore ritorna somiglia molto alla versione musical del film felliniano, All That Jazz, seppure senza canzoni.
Purtroppo, nel film ci sono troppi personaggi che rischiano di soffocare il respiro della trama e c'è anche un surplus di ruffianeria, sia per quanto riguarda il protagonista che per il personaggio, collaterale ma importante, interpretato dallo stesso regista.
L'amore ritorna è quindi un piccolo Otto e mezzo, nel quale Rubini ha messo tanto di sé stesso e del proprio humus culturale, compreso un ruolo secondario affidato al proprio vero padre.
Le interpretazioni sono quasi tutte di buon livello, con l'eccezione, secondo me, di una non indispensabile Giovanna Mezzogiorno.
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