Regia di Sergio Rubini vedi scheda film
Rubini ci parla di qualcosa che conosce bene. O forse, non conosce per nulla e ne vorrebbe sapere anche lui di più, ed usa i mezzi che meglio maneggia (la recitazione e la regia) per riuscire, insieme a noi, a saperne anche lui di più. Così, quella che sembrerebbe una semplice, quasi schematica favola che avrebbe potuto agevolmente scrivere Esopo o Fedro usando molto meno personaggi e situazioni, si articola su più piani sovrapposti. Quella che esce, non è solo la morale spicciola per cui, in fondo in fondo, la vita e i valori "di campagna" sono mogliori e più affidabili di quelli "di città". Che gli affetti più veri sono quellidimenticati ma che, come dice il titolo, ritornano, anche se cerchi di scacciarli e tenerlilontani da te. Questo semplice schema si piega, si rifrange, si inarca nelle strane coincidenze che la vita propone, nel polverizzarsi delle certezze effimeramente acquisite, nel chiudersi delle fughe in prospettive che, di colpo, divengono vicoli ciechi. Perché forse si sarebeb dovuto riflettere prima su quante sigarette occorrano, su quante ore di lavoro in set sotterranei e sacrificati (quanta metafora...!) per "bucarsi dentro" (altra metafora), e ritrovarsi fragile e colpito come qualsiasi uomo può essere. Perché non si smette di essere semplicemente uomini, anche quando si diventa ricchi, famosi, ricercati, influenti. E allora, magari, si scopre che ad aiutarti davvero non è quello che soldi e celebrità possono procurarti. A daiutarti davvero sono quelle scorie di passato di cui credevi doverti e poterti liberare. Come un sogno, un apremonizione tutta meridionale in cui persino gli spiriti sbagliano indirizzo. Ma poi, sanno dove trovarti, e loro, loro sì, che mantengono la parola data. Loro, quelli che hanno contato davvero, quelli per cui tu sei rimasto , sotto gli abiti lustri ed illustrati della celebrità e persino della fuga proditrice, solo un uomo.
Una ragazza vestita di bianco cerca disperatamente sua cugina. Un attore famoso e celebrato che sta per fare il passo verso la regia si trova all'improvviso ammalato non si sa di cosa, ma di qualcosa di preoccupante. Mentre il padre, poeta dilettante,e un amico d'infanzia, medico, entrambi inconsapevoli, lo cercano. E poi,la giovane e scapestrata amante, che non è Holly Golightly ma vorrebbe esserlo, e l'ex moglie, che cerca altrove una vita interrotta senza colpa...
Buona la sua interpretazione di un personaggio psicopompo come l'amico medico, mite ma deciso quando serve. Veropunto di continuità tra passato e presente per ilprotagonista, cioè "l'altro Rubini", quello vero
Con una recitazione garbata interpreta un personaggio delicato e fragile, colpito e innocente. Eppure, capace di rinascere davvero, e regalare ancora qualcosa. del resto, a questo ruolo c'è rimasta appiccicata come un francobollo...
Bravo, anche se un po' sorpale righe
Fa davveropoco, nel film. Ma quel poco è sublime.
Forse, la più brava di tutti. Perfetta nella psicologia e nei comportamenti delpersonaggio, ci ricorda, tra l'altro, che una brava attrice può agevolmente fare la sgallettata. Una sgallettata non potrà mai fare la brava attrice... solo vivere di riflesso della luce altrui.
Un po' verbosa e contorta. Rubini rischia di parlarsi troppo addosso, m a è apprezzabile lo sforzo per rendere un tema indubbiamente complesso e sofferto.
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