Regia di Lakshen Sucameli vedi scheda film
Pare che Linus, dj guru della contemporanea Generazione del Nulla, l’abbia definito «il primo film italiano sui giovani, la musica e la meditazione». La battuta, ahinoi involontaria, ne anticipa un’altra: «L’alternativa no-age a La Passione di Cristo di Mel Gibson». Non è finita. L’autore, Lakshen Sucameli, spiega: «Il titolo è ispirato a un concetto del mistico indiano Osho e si riferisce alla possibilità, reale, da parte dei giovani, di coniugare le passioni di una vita che deve ancora sbocciare con la ricerca interiore». Vi abbiamo ammorbato con queste dichiarazioni, perché nel film non le troverete né dispiegate, né evocate, né sfiorate. Essendo - il film intendiamo - un montaggio casuale di impressioni da weekend, tipo quelle che i videomaker della domenica sogliono girare per poi rivedersele la sera sdraiati sul divano davanti a un aperitivo. Più che di fronte ad afflati buddhisti, pare di trovarsi in zona Maria De Filippi, con gli “amici” che scambiano il sogno di una discoteca (una volta si sarebbe chiamato “spazio”) tutta per loro, con la risoluzione di problemi filosofico-esistenziali. Dispiace sorprendersi nel ritrovare l’Elisabetta Cavallotti apprezzata assai, per coraggio e intensità, in Guardami di Davide Ferrario, nei panni di una solitaria velista travolta da un insolito destino nell’azzurro mare mediterraneo.
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