Regia di Roger Avary vedi scheda film
Uno spaccato sconclusionato e superficiale sulla vita al Camden College del New England. Rispecchierà anche la frenetica vita condotta durante gli anni ’80 dagli studenti che si barcamenano tra alcol, droghe, sesso e feste, ma non ha profondità né stile. Le sequenze degne di attenzione sono veramente poche.
Non c’è trama, non ci sono sentimenti o buoni punti di riflessione. C’è solo un’accozzaglia di situazioni strampalate e perfino banali. La messa in scena caotica, fredda e caleidoscopica diventa snervante a un certo punto e il ritmo altalenante peggiora solo le cose.
Ne vien fuori un ritratto generazionale grottesco, per nulla accattivante e anche interpretato male.
James Van Der Beek, l’ex star di “Dawson’s Creek”, non ha il giusto carisma per fare da mattatore a una storia già di per se stessa barbosa e inconsistente, che ammicca in modo ridicolo e poco riuscito all’anticonformismo giovanile.
Più interessante di lui si rivela il personaggio di Paul, un omosessuale che fa sogni a occhi aperti sui suoi amici. È interpretato con ironia e stile da un giovanissimo Ian Somerhalder (consacrato come sex symbol con l’avvento della serie tv: “The Vampire Diares”). Peccato che abbia solo un ruolo minore.
Se la sceneggiatura fosse stata curata meglio, forse i risultati sarebbero stati diversi e le varie tematiche affrontate avrebbero avuto senso.
Nel complesso, il film è brutto come pochi, penalizzato da una narrazione farraginosa e allucinata, da dialoghi pessimi, da ambientazioni cupe deprimenti e da una vena erotica volgare e cinica, quasi disturbante, senza né arte né parte.
Per qualcuno sarà pure un capolavoro, ma io, a un certo punto, non riuscivo più a seguirlo.
Non lo rivedrei neanche sotto tortura.
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