Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film
"Il Bene non è altro che una sorta di riflessione sul Male, nient'altro che questo."
Mark (Sam Neill) è un agente segreto di ritorno nella sua Berlino divisa dal Muro da una lunga missione fuori porta e, ritrovando il proprio matrimonio a pezzi, dà le dimissioni per salvare il salvabile e stare più vicino ai propri cari; sua moglie Anna (Isabelle Adjani) gli confessa però di avere un amante da ormai un anno, provocando l'allontanamento del marito, colto da depressione e paranoia dopo il furioso e "doveroso" litigio, da casa e dal loro figlio Bob. Un giorno, tornato a casa per rivedere Bob, scopre che Anna sta avanzando a veloci passi verso la pazzia e decide di tornare ad abitare lì per controllare meglio la situazione, andando anche ad affrontare la radice del problema, ossia il maturo amante di lei, Heinrich (Heinz Bennent), uomo maturo con fare da dandy tossicomane.
Anna, però, in breve tempo impazzisce del tutto: urla in faccia al marito di essere una puttana, i due arrivano alle mani e, al culmine di questa drammatica spirale, lei si ferisce volontariamente al collo con un coltello elettrico per poi fuggire da casa e rifugiarsi in uno squallido appartamento, in cui un detective in seguito assunto da Mark la rintraccia e vi scopre una orribile verità che paga con la vita, così come chiunque altro oserà frapporsi fra Anna e il suo "piano". Intanto, nella vita di Mark e del piccolo Bob subentra la maestra del bambino, la dolce Helen (ancora interpretata da Isabelle Adjani), d'aspetto tale e quale ad Anna...
"Possession", opera censuratissima del 1981 dell'autore polacco Andrzej Zulawski, tanto per farla breve, è uno dei film preferiti di David Lynch, il che rende piuttosto chiaro quanto possa essere complesso, (in)interpretabile, onirico, di un genere a sé stante; volendo spezzare le sue due ore di durata in quattro grossi frammenti, salta subito all'occhio la successione dei registri drammatico/psicologico, horror, introspettivo e surreale, abilmente legati da un filo che diventa via via più identificabile all'interno della matassa narrativa per poi doversi ritrovare sbattuti in faccia di colpo quei dieci minuti finali che sembrano appartenere ad un'altra dimensione dominata dal Male e dai doppelgänger. Lungo questo deviato percorso si viene presi per mano (sì, ma con la forza) dalla funambolica, a tratti quasi urticante, regia di Zulawski e dalle intense partecipazioni di Sam Neill e soprattutto di Isabelle Adjani, che dà vita con un'abnegazione fuori dal comune ad un personaggio femminile fra i più folli, ributtanti e distorti mai visti sullo schermo, per di più difficilmente associabile a quanto ci si aspetterebbe dalla bellezza dell'attrice in questione e contrapposto alla sua angelica interpretazione di Helen; come se non bastasse, le scene horror e in generale tutte quelle che si svolgono nell'appartamento sono veramente da manuale, col contributo dell'eccezionale Carlo Rambaldi per alcuni dettagli.
Ci sono ancora svariati punti di questo film che non riesco a rendere chiari, ma, nonostante possa risultare antipatico a molti per il suo essere parecchio sopra le righe e astruso (la scena in cui Anna si lascia andare, completamente invasata, in metropolitana fa accapponare la pelle), "Possession" è una avanguardistica rappresentazione e riflessione nichilista sul Male, sul tema del doppio e della divisione (emblematica l'ambientazione della Berlino separata dal Muro), sulla malattia, sulla carnalità: disturba, annoda lo stomaco e lascia strabiliati.
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