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Possession

Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film

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La recensione su Possession

di supadany
8 stelle

Lui, lei, l’altro e la creatura.


Al ritorno da un viaggio di lavoro, Mark (Sam Neill) trova sua moglie Anna (Isabelle Adjani) molto cambiata in tutto, contorta e lunatica nei modi di fare, ma soprattutto decisa a lasciarlo.
Dopo diversi alterchi tra i due, la donna confessa il suo tradimento con Heirich (Heinz Bennett) e Mark non la prende bene per quanto cerchi comunque in tutti i modi di recuperare il rapporto.
Quando le cose precipitano, e sorgono dei dubbi sulle “fughe” della donna, Mark si affida ad un investigatore privato per scoprire se ci sia addirittura un terzo uomo di mezzo.
La ricerca porterà presto ad un’incredibile scoperta che cambierà il destino di tutti i soggetti in causa (e non solo).
Film molto interessante, assolutamente disturbante e continuamente spiazzante nel suo costante inserire nuovi particolari e aspetti tangibili ma anche caratteriali che ampliano e regalano nuove forme, è proprio il caso di dire così, a tutta la vicenda.
Zulawski arrivava a questo film da un periodo personale negativo (e lo si immagina facilmente anche senza saperlo), era fresco da un divorzio, e da libero sfogo a pulsioni di menti contorte in un tragitto articolato e non sempre chiaro (anche questo in fondo offre ulteriori chiavi di volta), ma forse anche per questo ancora più ipnotico e trasbordante fino ad arrivare ad un finale apocalittico, raggelante  e scolvongente come pochi.
A far da sfondo funge da luogo ideale la Berlino dei primi anni ottanta, con tanto di muro (una sorta di linea di confine) più volte inquadrato, mentre il “nostro” compianto, e grandissimo, Carlo Rambaldi, si cimenta fattivamente con la mostruosa creatura.
Ottima infine la partecipazione soffertissima, e oltremodo partecipativa (tanto che è facile pensare che gli attori avranno fatto una fatica tremenda a rimuovere i loro personaggi), dei due protagonisti, con un Neill accecato (nelle prime battute sembrerebbe lui quello pericoloso), ma anche disposto a affrontare, e capire,  l’inafferrabile, ed una Adjani chiamata ad un’interpretazione oltre ogni limite di deviazione psichica (la scena con lei sola nel tunnel della metropolitana è allucinante, non che le altre siano più benevoli).  
In sintesi direi che il film di Zulawski sia una contaminazione efficace di generi, un connubio che stordisce, fa sentire impotenti di fronte ai fatti, destabilizzando lo spettatore sempre di più, sicuramente anche esagerando, ma al contempo offrendo un itinerario pazzesco.
Consigliata la visione del dvd editato dalla Rarovideo con la versione integrale e corretta dell’opera, oltre che ricca di curiosità ed interviste.
Da vedere.
VOTO : 8/10.

Su Andrzej Zulawski

Regia irruenta con molti movimenti, anche vorticosi, di macchina al servizio di una storia che il regista sovraccarica a dovere.
Disturbato e disturbante (ovviamente detto in senso apprezzativo).

Su Isabelle Adjani

Interpretazione indimenticabile, credo che lei per prima non dimenticherà mai questo personaggio e questa esperienza (anche se più che altro nel suo caso la cosa è dovuta ai "traumi" sul set ed a un personaggio totalizzante).
Bravissima, conturbante, instabile, pericolosa, più semplicemente detto in una parola ... fantastica.

Su Sam Neill

Molto esposto, sinceramente coinvolto (per esempio, all'inizio quando dondola velocemente sulla poltrona con quello sguardo pare un vero e proprio folle), anche lui offre una di quelle performance che rimangono nella memoria.
Bravissimo.

Su Heinz Bennent

Molto presente quando entra in scena non passa di certo inosservato.

Su Margit Carstensen

Discreta.

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