Regia di Andrzej Zulawski vedi scheda film
Sviluppato dal regista esule polacco Andrzej Zulawski dopo la sofferta separazione dalla moglie e in un periodo di depressione (con pensieri suicidi), girato con difficoltà specialmente per l'attrice Isabelle Adjani (la quale pure sembra abbia sviluppato pensieri suicidi), "Possession" debutta a Cannes guadagnando un premio per l'Attrice e una discreta accoglienza critica, poi cresciuta fino a raggiungere uno status di Cult, nonostante in usa a lungo sia circolato tagliato.
Adocchiato da diverso tempo, dopo la prima visione confermai le alte aspettative trovandolo un'autentica Opera d'Arte estremamente suggestiva, piena di Spunti di riflessione molto complessi, e riguardandolo, facendolo inoltre scoprire a gente amica mia in un cineforum informale, confermo la mia adorazione e gli vari stimoli contenutistici.
"Possession" è un'Opera d'Arte cinematografica surreale (se non propriamente surrealista) in cui si affrontano (consapevolmente o inconsciamente) svariate Tematiche, come l'Innocenza e la Colpevolezza, l'Infanzia (presente nella prole, passata in sé), il Doppio e le sue intersecazioni/moltiplicazioni, della Sensualità e della Violenza, dei ruoli di Genere e dell'Identità, oltre che la Possessione indicata dal Titolo con tutte le sue differenti sfumature e interpretazioni (può essere la più classica 'diabolica' ma anche una di stampo 'divino', secondo varie tipo di religioni e/o sette) e toccando inevitabilmente la Morte e l'Angoscia per essa (ma anche la disperata Attrazione che può esercitare). Tutto questo è portato avanti attraverso scelte audio-visive notevoli, con un sottile ma insistito utilizzo di piani sequenza o comunque di inquadrature 'tirate per le lunghe', una gestione sempre precisa delle location, della collocazione dei corpi attoriali (e degli arredamenti, propri e impropri) all'interno di esse, della scelta del punto di osservazione per la mdp e delle 'coreografie' di interpreti e di macchina. Mi colpì alla prima visione l'uso delle ripetizioni di certi gesti, il senso dell'Assurdo calato nel Reale, e rivedendolo oltre a confermare ciò aggiungo l'importanza fisica del muro di Berlin. Una fotografia molto fredda, nei colori e nell'illuminazione, curata da Bruno Nuytten, delle musiche non invasive ma assai penetranti di Andrzej Korzynski (magnifico il Tema principale, e interessante un motivo che riprende in parte le sonorità di un brano di "The Godfather" apportando però delle intriganti variazioni), un montaggio di Marie-Sophie Dubus e Suzanne Lang-Willar attento a rafforzare la carica surreale del Film, un Cast di altissimo livello con Neill in una delle sue migliori interpretazioni e soprattutto Adjani impegnata in maestosi 'virtuosismi recitativi' che incanalano l'Anima scissa non solo del Personaggio ma del Film stesso, nonché la regia scrupolosa di Zulawski e la sua brillante scrittura (aiutata da Frederic Tuten) contribuiscono a rendere "Possession" un Capolavoro stupendo che riguarderei letteralmente in loop.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta