Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Quel “ti amo” sussurrato timidamente attraverso uno specchio che riflette un volto scavato, malato, perso in una vita troppo dura per un corpo e un’anima tanto esile, lo pronuncia Italia, interpretata da una, a dir poco, straordinaria Penelope Cruz che si imbruttisce e storpia per amore della settima arte, rendendo indimenticabile un personaggio che nemmeno la penna della Mazzantini era riuscita a rendere meglio. Gli altri, Castellitto compreso, sono tutte comparse utili per il loro essere inutili. Sergio dirige egregiamente ma si perde in una sceneggiatura troppo intensa per il suo stile profondo ma rude ed incisivo solo nelle scene finali. Ottima la storia, lo era già dal romanzo omonimo della scrittrice sopra citata, moglie del regista, da me particolarmente adorata, quindi il mio giudizio diventa di parte, ma ci sarà un motivo che va oltre quello letterario se, ogni volta, continuo a vedere questo film, forse perché Penelope Cruz è straordinaria ... ma questo credo di averlo già detto.
P.S. la comparsa della scrittrice che si incrocia con il marito regista sulle note finali della bellissima canzone di Vasco Rossi è stata una bella pensata. Mezza stella in più.
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