Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Due storie al prezzo di una. Al centro della vicenda c'è il padre, con la sua relazione extraconiugale, ma il nucleo della storia è l'operazione della figlia; questo genera un po' di confusione, nel continuo rimando a flashback e flashforward, ma Castellitto in regia riesce a cavarsela dignitosamente. Molto meglio, ad ogni modo, come attore; anche la Cruz è - come sempre - bravissima e in effetti entrambi sono stati giustamente premiati con il David. Il romanzo da cui è stato tratto il film è della moglie del regista-protagonista (Mazzantini), anche co-sceneggiatrice con lui, ma per una volta il Italia questo non porta ad un lavoruccio fatto in famiglia con pochi mezzi e tanta presunzione: Non ti muovere è un film vero, con i suoi pregi (una bella costruzione narrativa, un certo tenersi alla larga da banalità e moralismo, piatti forti del cinema italiano di questi anni) ed i suoi difetti (la disposizione talvolta un po' caotica di questa costruzione, qualche eccesso di pathos).
Un chirurgo vede arrivare in ospedale, in coma e trasportata d'urgenza in sala operatoria, la propria figlia adolescente, vittima di un incidente in motore. Mentre i colleghi la operano l'uomo fa un autoesame di coscienza, rielaborando la più grave macchia della sua vita: una relazione extraconiugale con una povera ragazza albanese, stuprata e poi amata alcuni anni prima. Dalla ragazza l'uomo stava anche per avere un figlio, ma lei abortì e, proprio a causa di quell'aborto 'casalingo', morì.
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