Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
In un pomeriggio piovoso una ragazzina subisce un grave incidente col motorino. Arriva all’ospedale dove lavora il padre Timoteo (Sergio Castellitto), ignaro inizialmente che quella in fin di vita sia sua figlia. Mentre attende, non avendo la forza di farlo lui, che i colleghi salvino la figlia, Timoteo lascia scoprire allo spettatore (ma idealmente comunica alla figlia) le piccole e grandi magagne nascoste, che sgretolano l’apparente maschera di uomo perbene. Si scopre in particolare della torbida relazione con Italia (Penelope Cruz) che rimarrà come elemento destabilizzante della vicenda e della vita di Timoteo, che finirà per sfiorare la follia quando trova moglie ed amante contemporaneamente incinta. Le cose precipiteranno, quasi fino a far credere che l’incidente dell’incipit sia un accadimento inevitabile, retaggio di una spirale di perversioni e bestialità.
Il film è particolarmente condizionato dal soggetto della Mazzantini che poi in fase di sceneggiatura viene riproposto con crudezza ancora maggiore. Colpisce in maniera particolare l’inspiegabile ricerca di un mondo “altro” rispetto a quello elitario, ovattato e perbenista a cui Timoteo è abituato.
Menzione speciale per Sergio Castellitto, nel doppio ruolo di attore e regista svolti entrambi ottimamente. In particolare la regia del film è molto curata, prediligendo scelte stilistiche molto personali, ma mai sopra le righe, seppur condizionato da scene molto incisive, forti, dirette. Complimenti ai truccatori, che hanno imbruttito “a meraviglia” Penelope Cruz.
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