Regia di Frederick Wiseman vedi scheda film
Un manicomio a favore di camera,senza alcun filtro censorio.Quante volte diciamo che il cinema osserva la realtà attraverso una lente deformata.Il film di Wiseman,incorniciato provocatoriamente tra due siparietti antirealistici da musical organizzati dai pazienti della struttura, invece ribalta l 'assunto di cui sopra.Stavolta la lente è neutra e registra oggettivamente la realtà deformata di Titicut.I malati sono osservati senza falsi pietismi,sono nudi per esigenze igieniche,sono alloggiati in stanze spoglie per ovvi motivi di sicurezza.Sono nutriti a forza per garantire loro la sopravvivenza.Il tutto fatto con uno svelto professionismo,con la maggiori delicatezza possibile ma anche con la fermezza di chi si crede nel giusto.Quello che fa accapponare la pelle in questo documentario è quello che dicono alcuni malati.C'è un monologo impressionante sul Vietnam che colpisce come un pugno allo stomaco,ci sono ragionamenti che hanno un filo logico inattaccabile(il detenuto rinchiuso e che denuncia le inadeguatezze delle cure ricevute),c'è una sezione dedicata a un pedofilo in cui il soggetto in questione è come consapevole di avere un malattia e che la reclusione in quel manicomio è l'unica cura.Il documentario fu proibito dalle rimostranze dei familiari dei rinchiusi nel manicomio ma bisogna riconoscere il valore di documento a questa opera.Un documento oggettivo,non un guardare voyeuristicamente attraverso il buco della serratura.I malati pur colti nella loro nudità non perdono mai la loro dignità.Sono comunque trattati da uomini alle prese con una realtà che fa della desolazione la propria caratteristica principale.Mai come stavolta una macchina da presa è stata strumento di acquisizione di una realtà....
la macchina da presa documenta solo il vero
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