Regia di Aaron Leviathan (Giuseppe Rosati) vedi scheda film
Negli anni Settanta la regia di un film (di genere, si intende) non si negava a nessuno: ecco come anche Giuseppe Rosati riuscì a girare qualche lavoruccio di poche pretese e altrettanto limitata originalità, fra gli stereotipi assortiti dei soliti filoni (western, poliziottesco, thriller, etc.). Probabilmente il suo titolo migliore è questo Indagine su un delitto perfetto, che associa giallo e nero con un cast d'eccezione e discreti mezzi: basti rilevare che i ruoli centrali della storia sono affidati ad Adolfo Celi, Alida Valli, Leonard Mann, Joseph Cotten, Claudio Gora e c'è posto anche per due bellezze molto in voga in quel periodo, cioè quelle di Janet Agren e Gloria Guida. Certamente aiutato dai professionisti in scena e dal budget meno risicato del solito, Rosati riesce quindi a mettere in piedi - su una sua sceneggiatura - un prodottino efficace e ritmato, certo di poca sostanza, ma non disprezzabile sul piano dell'intrattenimento: azione, scandali, colpi di scena e doppi giochi si alternano sullo schermo per un'ora e mezza, fino a una conclusione emblematicamente beffarda. Le musiche di Carlo Savina sono poi un buon sigillo alla confezione; curiosamente, in questo che è il suo ultimo film da regista, Rosati utilizza un bizzarro pseudonimo una tantum: Aaron Leviathan, decisamente di poche pretese. 4/10.
La morte di un industriale lascia le sue finanze in mano a tre soci; tutti e tre a loro volta muoiono misteriosamente in rapida sequenza. Uno, però, dopo qualche tempo ricompare: è miracolosamente sopravvissuto all'incidente stradale in cui veniva dato per morto e ovviamente è ora l'unico erede del contesto impero economico. Un astuto ispettore intanto indaga.
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