Regia di Mario Bianchi vedi scheda film
Fra i film di Bianchi è sicuramente uno dei meno peggiori: può assomigliare a una di quelle commediole sui matti, sulle barzellette o su Pierino che in quegli anni e in quelli immediatamente successivi imperversarono nel nostro cinema di serie B (e C... e anche D, via). Certo, il budget è ridottissimo, gli interpreti sono semisconosciuti (Femi Benussi è la star, fra gli altri i nomi di maggior risalto sono Gianni Dei, Magda Konopka e Carla Brait: non proprio grandi garanzie), la sceneggiatura è firmata dal duo totalmente anonimo formato da Adriano Lazzaro e Giuseppe Maggi, la regia si limita a fare l'essenziale e la costruzione di personaggi e dialoghi rasenta seriamente il penoso; ma basta confrontare questo La cameriera nera (da non confondere con Una bella governante di colore, di Luigi Russo, 1978, nè con il quasi omonimo La cameriera, del 1974, diretto da Roberto Bianchi Montero, padre di Mario) con la maggior parte delle pellicole del regista per decretarne automaticamente la riuscita. Musiche bruttarelle di Alberto Baldan Bembo, qualche scenetta di nudo senza troppe pretese e qualche volgarità piuttosto gratuita (guardando una bella ballerina: "Questa non è una polka: è una polka puttana!"); stereotipi da barzelletta a bizzeffe, ma almeno il ritmo c'è e sicuramente Bianchi non pretende più di quanto può effettivamente realizzare. 2,5/10.
In un condominio pieno di matti (un nostalgico fascista, un bizzarro giornalista, un professore tedesco, un portiere menefreghista...) arriva la nuova donna delle pulizie, di colore e bellissima. Tutti gli uomini perdono la testa.
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