Regia di John Hamburg vedi scheda film
Reuben (Stiller) ha architettato la sua esistenza sul calcolo delle probabilità. È una deformazione caratteriale e professionale. Prudente in modo esasperato, timido, igienista, debole di stomaco, è anche perito di una compagnia di assicurazione che analizza il tasso di rischio dei potenziali clienti. Per sua fortuna ha un amico d’infanzia (Seymour Hoffman in un’altra delle sue smaglianti caratterizzazioni), un attore fallito dopo un effimero momento di gloria legato ad un film giovanilistico, che lo assiste e sostiene. Soprattutto quando il matrimonio di Reuben naufraga nello squallore di un tradimento precoce, da luna di miele. Una polizza blindata sul futuro non è stata inventata e il protagonista scopre la brezza dell’imprevisto, delle costipazioni, dei sudori da spezie etniche, delle goffaggini, dei water intasati, dei disastri senza bonus e malus, della confusione, delle piroette dei balli latini (ogni scoperta è sintetizzata da una gag e molte sono riuscite) incontrando Polly, una Jennifer Aniston che per la seconda volta nella sua carriera cinematografica, dopo Una settimana da Dio, tiene bene la scena e non sfigura con Stiller. La regia del giovane John Hamburg conferma alcune qualità dei suoi copioni precedenti (Ti presento i miei e Zoolander) in cui farsa e satira di costume si scambiano, ad ogni incrocio del plot, il diritto di precedenza.
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