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...e alla fine arriva Polly

Regia di John Hamburg vedi scheda film

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La recensione su ...e alla fine arriva Polly

di ga.s
8 stelle

Reuben lavora per una compagnia d’assicurazione (s’occupa di determinare quanto i clienti siano a rischio e quindi assicurabili), è un tipo regolare, ordinato, che programma tutto. Le sue sicurezze crollano quando viene tradito dalla moglie il primo giorno della luna di miele. Rimasto solo, incontra Polly, una ragazza che non vedeva dai tempi della scuola media. Tra i due, benché lei per abitudini e carattere sia l’opposto di lui, inizia una relazione che mina le sicurezze di Reuben, ma contribuisce anche a liberarlo di ciò che gli impedisce di vivere con serenità la sua vita.
Commedia sentimentale sufficientemente briosa per fare facilmente breccia nel pubblico, senza eccessiva originalità, ma comunque con un certo carattere che la scosta da prodotti similari solitamente meno ispirati (tipo le commedie interpretate da Julia Roberts). John Hamburg (già autore dello script di Ti presento i miei) dev’essere uno specialista del genere e questo senz’altro giova al film, che altrimenti risulterebbe essere solo una storiella fin troppo prevedibile. Comunque, al di là del racconto, ciò che conta è soprattutto l’umorismo, vera base e sostegno del film. Giocando molto sulle nevrosi e sulle insicurezze di Reuben, il film è continuamente costellato da numeri comici davvero simpatici, come la prima volta che Reuban va nell’appartamento di Polly e chiede di usare il bagno, l’effetto del cibo piccante su Reuben, le partite a pallacanestro con l’amico attore, e vi discorrendo…. Si tratta per lo più di “scenette” non del tutto legate alla trama o da essa giustificate, ma che comunque contribuiscono a dare gustoso peso e forma al mondo poco equilibrato di Reuben.
Ben Stiller, con quella sua faccia strana, né seria né faceta, è perfetto per questo genere di personaggi, in quanto riesce a dare corpo con convinzione sia alle azioni in cui il suo personaggio manifesta la sua apparente sicurezza, sia ai momenti buffi in cui Reuben lascia crollare le proprie sicurezze. Meno azzeccata Jennifer Aniston, che non aggiunge nulla al personaggio, anche se, a onor del vero, Polly è una figura non certo pensata per agire indipendentemente, ma, semmai, in funzione dello sviluppo di Reuben. Interessanti invece i non protagonisti e, fra questi, soprattutto Philip Seymour Hoffman. Con la solita bravura dà perfettamente corpo e carattere ad un attore fallito e volgarotto, incapace di dare consigli sensati e un tantino egocentrico benché non se lo possa permettere.
…e alla fine arriva Polly (Along came Polly) è insomma una commedia spensierata, senza molte pretese, ma anche un po’ al di sopra del genere usa e getta di cui fanno solitamente parte i film di questo tipo.

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