Regia di Kevin Costner vedi scheda film
Due mandriani, arrivati in un villaggio, si scontrano con il boss locale che vorrebbe cacciarli. Costner evita saggiamente di rifare l’inarrivabile Balla coi lupi: ossia, gira un western senza gli indiani (solo una volta si accenna a quando circolavano ancora da quelle parti); del film precedente mantiene però il respiro classico e l’ariosità dei grandi spazi, almeno nella prima parte; nella seconda chiude i personaggi in un ambiente urbano e li fa arrivare alla resa dei conti. È un western che si prende i suoi tempi, lascia che i due protagonisti intreccino lunghi dialoghi sornioni; si ammoscia fin troppo nella parte centrale, anche per “colpa” della Bening che serve a introdurre una scontata sottotrama sentimentale. Ma in verità c’è una tale esibizione di luoghi comuni, del resto chiaramente voluta (ripulire un paese infestato dai prepotenti: quante volte abbiamo visto questa storia? ricordiamo che una ventina d’anni prima Costner aveva recitato in Silverado), da rendere difficile il giudizio: sembra di trovarsi in quella scena di Sogni d’oro in cui un tizio stronca l’ultimo film di Don Siegel in quanto coacervo di luoghi comuni e un altro lo esalta per come gioca con i luoghi comuni. Comunque la cosa migliore è la sparatoria finale: interminabile, sporca, confusa, totalmente non apollinea; non commetterò il sacrilegio di tirare in ballo Il mucchio selvaggio, ma insomma il concetto è quello.
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